Basta parlare di “centro fritto misto”. A Carlo Calenda non manca la chiarezza e sull’argomento è tornato da Myrta Merlino. «Del centro di Renzi non me ne frega nulla. Non faccio politica in questo modo. È uno che dice: “Non sto con i Cinque Stelle” e si è alleato alle ultime amministrative in 22 comuni con i Cinque Stelle. Dice A e fa B, non me ne importa niente. Noi siamo un Paese malato perché discute solo delle persone e a me delle persone non me ne importa nulla. Renzi faccia quello che gli pare, vada in Arabia Saudita, faccia il centro con Toti, Brugnaro, suo zio, suo cugino e suo papà. Noi facciamo un lavoro diverso. Facciamo quello che abbiamo fatto a Roma. Progetti seri, proposte serie. Non esiste questa cosa dello spazio, è tutta una topografia in cui tu dici che c’è il centro, ma c’è la sinistra che però poi si allea con la destra, poi i Cinque Stelle che erano a destra poi sono andati a sinistra. È la ragione per cui la gente non va a votare. A me questa cosa fa orrore. Se avessi dovuto fare un calcolo politico sarei rimasto nel Pd. Quando hanno fatto l’alleanza con i Cinque Stelle avrei fatto il Ministro e poi il candidato sindaco di Roma. Non voglio, non mi interessa. Non mi interessa fare azione politica in questo modo. Sa cosa mi interessa? Andarsi a recuperare i voti sul territorio, come abbiamo fatto a Roma, diventando il primo partito».
Ma a Roma siete diventando il primo partito, concede la Merlino. Risultato indiscutibile. Ma questo grande risultato è servito a fare opposizione a Gualtieri da consigliere comunale. «Io faccio politica, gli altri no. Fanno un lavoro diverso, fanno una specie di giochino di società in cui si insultano la mattina e quando gli conviene stanno insieme alla sera. Questa non è politica. Questa è la politica di un Paese che sta declinando e si avvia ad essere un Paese estremamente problematico. Io non dico che non bisogna fare alleanze, anzi, penso che bisogna fare un’alleanza tra tutti i partiti che sono europeisti, democratici e liberali. Non abbiamo nessuna intenzione di fare un partito con Renzi, che è un concetto diverso dall’alleanza. Perché la riforma della politica non si fa mettendo insieme pezzettini che in Sicilia si alleano con Miccichè e Cuffaro, poi con i Cinque Stelle».