La grande armata russa, questa potenza nucleare impantanata da 4 mesi nel Donbass, dovrebbe fare tremare dallo sdegno e dal ridere. Qualunque altro governo si trovasse in una situazione simile, ovvero di invadere un vicino privo di tradizioni militari e di un esercito degno di questo nome e fosse costretto a cannoneggiarne i villaggi, per conquistare un territorio che non dispone di difese naturali, verrebbe dimissionato e processato in piazza. L’unico obiettivo strategico che la Russia aveva conquistato, un isolotto a ridosso della Romania che confinava il mare di Odessa affacciato come è posto sui Dardanelli è stato ripreso dagli ucraini. E nonostante non si ritrovi nemmeno duecento metri quadri, i russi con tutto il loro popò di marina e truppe paracadutiste, non riescono a rimetterci piede.
Incapaci militarmente, come ci insegna tutta la loro storia, i russi hanno ottenuto invece una vittoria sul piano politico con la caduta dei due governi europei che hanno principalmente avversato questa loro spregevole offensiva, il governo di Sua Maestà e quello repubblicano di Mario Draghi. Boris Johnson aveva detto che l’Ucraina doveva vincere la guerra e si è aperta la crisi del suo gabinetto per uno scandalo sessuale che nemmeno riguarda il premier. In Italia, la crisi meno drammatica è avvenuta non abbiamo capito su cosa, forse un inceneritore. Perché a parte qualcosa che nessuno ha tolto, il reddito di cittadinanza, si è polemizzato contro una qualche forma energetica alternativa che ci consenta proprio di sovvenire al gas russo. Era il governo precedente ad averci legati mani piedi al gas russo ed al gas russo quella gente vuole che si resti, infatti la tesi del partito della crisi era non diamo armi offensive all’Ucraina, mandiamogli delle fionde.
Draghi aveva detto che la democrazia si difendeva in Ucraina, come Ugo La Malfa nel secolo scorso la difese a Gerusalemme. Qualche miserabile ha aperto la crisi del governo Draghi. Al Cremlino festeggiano. Senza quegli osso duri di Londra e incredibilmente Roma, il resto dell’Unione europea mollerà la presa, gli americani si stancheranno e gli ucraini se la daranno a gambe. Questo è il grande piano di Putin grazie agli affari e alle amicizie che conta da noi quelle che gli sono servite persino a far scorrazzare i suoi soldati in Italia due anni fa a nostre spese. È un altro calcolo sbagliato perché Johnson ancora a Downing street punterà sulla guerra alla Russia per far durare il suo nuovo governo e l’Italia qualunque cosa accada non avrà mai più un governo Conte. Anzi, Conte farebbe meglio a iniziare a programmarsi il suo viaggio in Russia, appena torna Di Battista.
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