Fa caldo. Anzi no. Fa freddo. Fa caldo e freddo. Contemporaneamente. Sono raffreddato. Se mi copro sudo. Se mi scopro è peggio. Al bar la cameriera mi dice che è colpa del cambiamento climatico, perché ci sono le scie chimiche e non ce lo dicono. Mi bevo la birra e sorrido, e il titolare mi chiede cosa ne penso di Israele. Non gliene frega nulla. È solo la premessa al pensiero suo. Si legittima e prepara il tappeto. Dice che in fondo se la sono cercata, come l’Ucraina. Una cultura geopolitica appresa facendo caffè. Mi raggiunge un amico. Lui aspettavo. Dice la sua su Ucraina e Israele. Combo. Lo distrae il bagno, chiede dov’è e ne approfitta. Naturalmente è in fondo a sinistra. Io non voglio proseguire discussioni, e faccio finta di essere impegnatissimo a leggermi i messaggi sul telefono. Non mi scrive nessuno, in realtà sto su Facebook. C’è chi invita a fare attenzione alla sicurezza degli istituti scolastici, chi commenta Ishiguro, chi le lasagne del take away, chi discetta sull’ all-you-can-eat, chi commenta Danse Macabre dei Duran Duran. Chi su Halloween che è una festa pagana, anzi no. Anzi sì, zitto tu. E cento commenti di insulti. Meglio pensare a Ognissanti e poi ai defunti. Il 2 novembre è la ricorrenza in cui puoi ricordare e fare presenti i tuoi cari. L’assenza si fa memoria e la memoria diventa concretezza, dietro a un cero.
Il mio amico è tornato e ce l’ha con la chiesa, perché secondo lui si sta aprendo troppo al mondo. La cameriera è interessata all’ordine e torna a dire la sua sulle scie chimiche, e mi dice di culo che non ci butta in mezzo pure gli Ufo. Accanto a noi due quarantenni quasi vengono alle mani. Uno è un provax che difende Conte, e certo ci vuole un certo coraggio. L’altro è una persona normale, almeno nelle prime battute, perché poi si avventura in una sua personalissima lettura dell’epistemologia. Ci manca solo il consueto solitario avventore che ti magnifica l’oriente, il gong e le pratiche olistiche tutte. Deve essere il freddo, se n’è rimasto a casa. A me pizzica la gola, ho il naso chiuso, saluto, pago.
Per strada sento discutere di Juve. È la grande vittima del sistema. Perché ha osato sfidare i potenti, perché il calcio è una mafia. Peccato non sia febbraio, almeno avrei sentito commenti su Sanremo. Ma quest’anno Fiorello, a proposito, ci sarà? Pare di sì, nella serata finale, nei giorni precedenti sarà nel Glass box. Che non sapevo nemmeno cosa fosse il Glass box, adesso lo so.
La portiera ha minori ambizioni. Mi chiede un’opinione sulla chiave del portone. Se secondo me gira bene. Io non so cosa voglia dire. Se la infilo nella serratura, si apre. Se il cilindro girasse a vuoto me ne accorgerei. Non riesco ad avere posizioni più strutturate di questa. E comunque su questa cosa ci si sta scaldando mezzo condominio. Riusciamo a dividerci pure per questo. Mi contattano nel frattempo da Amnesty International perché non so, e mi informano loro, che il codice penale italiano ha un pregiudizio che non ho ben capito, tipo che la donna è responsabile di una violenza sessuale subita. Io osservo che non ho cultura giuridica, loro mi rispondono con un articolo bis del codice penale, che non tiene conto della Convenzione di Istabul. Prometto di informarmi meglio, e di iscrivermi ad Amnesty International.
Tra la guardiola e casa mia c’è Teresa di mezzo. Teresa ama i cani ed è vegetariana. A lei devo rendere conto se a Pasqua mangio l’agnello. Lo devo fare di nascosto. Guai anche a postare foto. Non è vegetariana, correggo. È vegana. Nemmeno l’uovo si mangia. Ogni volta che pubblico un piatto sui social temo i suoi commenti risentiti. Ma così mi devo sentire in colpa pure per una mela, povere mele cosa mi hanno fatto di male. La saluto, sono una persona educata, e in ascensore posso godermi rari momenti di tranquillità. Riposo. Non può raggiungermi nessuno per dirmi la sua o chiedermi la mia. Perché siamo diventati questo: ossessionati dall’opinione, per formulare giudizi seriali, anche senza criterio, a caso. Bisogna avere convinzioni anche in loro assenza, perché non è socialmente accettabile non caldeggiarne una. Abbiamo talmente tante opinioni, che anche i fatti fanno fatica ad esserci. Non esistono fatti greggi, ci avvertiva Gentile. Anzi, Nietzsche ci ha addirittura proposto una lettura più radicale: non ci sono neppure fatti, solo interpretazioni.
Tutto è chiacchiera, mercato, caos, rumore. Sono raffreddato. E ho pure il mal di testa. Devo mettermi a riparo nel silenzio. E casa mia è un rifugio possibile.
Foto Hogarth, William; The Jones Family Conversation Piece; Amgueddfa Cymru – National Museum Wales | CC0