Che il governo possa uscire rafforzato dal voto di fiducia al ministro Santanchè è una pia illusione a cui si può credere per disperazione. Il ministro Santanchè è una spina per il governo, in quanto non si tratta di sapere se l’onorevole Santanchè sia colpevole o innocente, abbia mentito o detto la verità, tutte cose che non sono oggi in nostro potere. Resta invece agli atti il fatto che chiamata in aula per dire se era indagata o meno, il ministro ha affermato di non aver ricevuto un avviso di garanzia, ovvero un ministro che non conosce nemmeno quale sia il suo stato nei confronti degli uffici della Giustizia, che affidabilità può avere sulle competenze che lo riguardano nel suo incarico? Il governo semmai ha avuto un aiuto dal presidente La Russa che ha detto in occasione della cerimonia del Ventaglio di aver sbagliato con le sue dichiarazioni sul figliolo. Magari il senatore La Russa non sembra aver pienamente compreso il vulnus istituzionale aperto, per lo meno ha chiaro che era meglio stare zitto.
Nel complesso la situazione del governo non è quella che si può dire esattamente incoraggiante. Anche solo alla conferenza sui migranti per il piano Mattei sbandierata come un trionfo. Il Niger, fra i paesi partecipanti, ha appena avuto un colpo di Stato militare con cui è stato arrestato il presidente eletto e rappresentato a Roma. Vatti a fidare della stabilità politica dei tuoi interlocutori. Nemmeno si può dire che vada molto meglio la posizione difensiva sul salario minimo rinviato dalle Camere a settembre. Il governo poteva presentarsi in aula e votare la soppressiva dicendo che il contratto salariale non si stabilisce per legge, e soprattutto, che una decisione estranea alla contrattazione non può favorire in alcun modo la contrattazione stessa. Ma visto che il governo soffre di dirigismo come parte dell’opposizione tanto valeva ringraziarla per aver offerto la possibilità che hanno negato a loro stesse, ovvero di impedire lo sfruttamento del lavoro con un decreto di Palazzo Chigi. Cinque stelle e Pd ne emanavano a iosa, ma allora non si preoccupavano del salario minimo che pure si sarebbe potuto sanare con un bel Dpcm! Morale ancora non si sa che intenzioni abbia il governo su una questione che andava affrontata immediatamente in un modo o in un altro e non lasciarla sospesa sulla propria testa, con l’opposizione che ti accusa di non voler affrontare i temi sociali e magari poi capitolare fra un mese come una pera cotta.
Molto meglio le dichiarazioni del presidente del Consiglio sul piano strategico per contrastare il mutamento climatico, la prevenzione, la difesa del suolo, tutte cose trascurate per decenni e che adesso sono state finalmente messe in agenda, anche se dimenticando che il ministro dell’Ambiente dal 2001 al 2006 è stato Altero Matteoli con cui pure l’attuale maggioranza ha condiviso prima la lunga militanza missina, poi quella in Forza Italia. In ogni caso, per poter ottenere dei risultati positivi su un versante così compromesso come il mutamento climatico, il governo più che annunci deve incrociare le dita, soprattutto pensando al prossimo inverno. Considerando infine le polemiche tra Salvini e Don Ciotti sul ponte sullo Stretto c’è davvero poco di che stare allegri. Se i preti vogliono polemizzare con un ministro della Repubblica, affari loro, ma un ministro non polemizza con i preti.
L’unico rafforzamento che riceve il governo in questa settimana penosa è dovuto alla visita del presidente del Consiglio alla Casa Bianca. L’onorevole Meloni che pure aveva fatto debuttare la sua formazione dieci anni fa nell’ammirazione per Putin, è ora un fermo alleato del governo statunitense nell’impegno Nato a difesa dell’Ucraina. L’aver sostenuto questa posizione fin dai tempi del governo Draghi, di cui pure era all’opposizione, è un merito incontestabile del governo che non tutte le forze parlamentari possono vantare, al contrario. Soprattutto se nell’attuale maggioranza vi sono sensibilità diverse a riguardo, va a merito del governo una saldezza che le opposizioni, per come sono formate, non saprebbero garantire. Questa partnership con gli Usa è l’unica cosa che davvero rafforza il governo tanto più se domani potrà vantare anche l’apprezzamento della presidenza statunitense. Non è poco, è tutt’altro che sottovalutabile e merita il pieno riconoscimento. Purtroppo non è abbastanza per guidare con successo un paese con le difficoltà che ha il nostro.
Galleria della presidenza del Consiglio dei ministri