Quotidiano Nazionale il marchio che identifica le tre testate giornalistiche La Nazione, il Resto del Carlino ed il Giorno, ha intervistato il segretario del Pri Corrado De Rinaldis Saponaro
Roma, 15 agosto 2022 – Il brindisino Corrado De Rinaldis Saponaro è il leader del secondo più antico partito politico italiano, il Pri, fondato, sull’onda degli ideali mazziniani, nel 1895. Un partito che ha fatto la storia d’Italia. Alle elezioni del 25 settembre correrà in quello che, per comodità, definiamo Terzo Polo, con Italia Viva e Azione.
Segretario, perché questa scelta?
“Perché è coerente con la nostra proposta degli ultimi dieci anni. Nel marzo 2020 proposi la nascita di un governo di solidarietà nazionale a guida Draghi. Avevo la chiara sensazione che con il dilagare della pandemia, la chiusura delle aziende gli italiani non garantiti da stipendi pubblici o cassa integrazione, si trovavano ad affrontare una situazione che rendeva la vita delle loro famiglie un vero inferno. Con Azione, Italia Viva e coloro che si riconoscono nel dare un giudizio più che positivo sul Governo Draghi, offriamo una speranza ai cittadini italiani. La nostra alleanza elettorale è fondata sulla medesima politica atlantista, una comune visione europeista, così come esprime una convinta adesione alla Nato. Nello stesso tempo sostiene una politica energetica che ancora manca al Paese, la sua modernizzazione attraverso le riforme, il recovery della spesa pubblica ed il patto sociale per ritornare ad avere una seria politica di equa distribuzione delle risorse e dello sviluppo industriale”.
Arriverete in doppia cifra?
“Come cittadino italiano mi auguro di sì, ma tutto dipende dagli elettori che, sono convinto, sono stanchi di promesse elettorali irrealizzabili. Dopo l’invasione dell’Ucraina è iniziata una nuova era con problematiche molto complesse, di fronte alle quali bisogna usare un metodo di serio approfondimento per elaborare soluzioni per tutta la comunità degli italiani. Oggi non è più il tempo in cui si possa credere di risolvere le questioni inviando un tweet, come pure ha pensato di fare un gran parte dei rappresentanti politici negli ultimi anni”.
Quale contributo può dare il Pri alla vita politica italiana?
“Noi siamo sempre stati nel secondo dopoguerra una forza politica di cerniera, preoccupata di preservare l’unità nazionale e di realizzare i principi costituzionali della Repubblica. Crediamo che questo nostro contributo sia originale ed ancora indispensabile”.
Quali sono i territori nei quali mai è mancata la vostra presenza?
“La nostra presenza, grazie agli iscritti che hanno rinnovato la tessera ininterrottamente anche dopo il 1994, è diffusa su quasi tutto il territorio nazionale. Abbiamo consiglieri comunali e amministratori locali eletti con lista edera in Romagna (dove il Partito ha mantenuto una sua presenza diffusa), Veneto, Toscana, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Lombardia”.
Quali ricette, condite di… edera, proponete all’Italia specie dal punto di vista economico?
“In tempi di inflazione indotta dall’aumento dei costi energetici e dai prodotti alimentari proponiamo la fiscalizzazione del cuneo fiscale, che ha un costo di 13 miliardi, che darebbe maggiori risorse ai lavoratori per combattere l’inflazione, che credo momentanea, visto che le materie prime incominciano a calare sui mercati internazionali e alle imprese una forte spinta alla competitività sui mercati internazionali. La detassazione del 20% del lavoro straordinario prodotto nelle imprese dai lavoratori assunti a tempo indeterminato. Grande attenzione alla spesa corrente ed al debito pubblico. Realizzazione con grande velocità del Pnrr, sblocco della burocrazia e degli investimenti privati. Difesa dall’inflazione del risparmio privato di 1.197 miliardi attraverso forme di PIR, che spingano il risparmio, a investire in imprese innovative usufruendo di agevolazioni fiscali”.
Perché non vi siete schierati col Pd come invece hanno fatto altre forze della sinistra laica come i socialisti?
“Per quanto ho già detto è chiaro che la nostra proposta, mentre è ampiamente condivisa dal cartello riformatore che abbiamo formato, è in netta contraddizione con molte delle posizioni portate avanti dall’aggregazione costituitasi accanto al Pd”.
Ma non vi pare che la competizione elettorale sia fortemente bipolarizzata?
“La competizione elettorale risponde a una legge elettorale che non condividiamo e che certo non è stato un esempio nel garantire maggioranze stabili”.
In quale tipo di elettorato intendete trovare i vostri voti?
“Escludo che ci possa votare chi crede che la terra sia piatta e che vuole l’uscita dell’Italia dall’euro. Ci potrà votare chi ha ritenuto che la cultura di governo, introdotta da Draghi, sia la strada giusta da seguire per dare all’Italia il futuro che si merita”.
Che cosa risponde ai dubbi di Giorgio La Malfa sul Terzo Polo?
“I Repubblicani sono il Partito della Ragione, che implica un dubbio costante, che solo la luce della ragione può risolvere. La decisione, quasi all’unanimità, presa dalla Direzione Nazionale su mia proposta ha avuto, non solo nel Partito ma anche da chi ci segue sui social, grande consenso. Ovviamente, come sempre, mi assumo tutta la responsabilità”.