Le forti limitazioni dei modelli interni per la definizione dei requisiti di capitale, evidentemente, non sono ben recepiti oltreoceano ma una certa standardizzazione è necessaria, a fronte di troppi modelli allegri che non hanno tutelato il capitale e i correntisti.
La crisi del 2023 che ha coinvolto diverse banche statunitensi di medie dimensioni, tra cui la Silicon Valley Bank assurta agli onori delle cronache, avrebbe dovuto insegnare molto ma ancora oggi solo 13 banche americane aderiscono pienamente agli standard internazionali, mentre in Europa lo fanno tutte le banche, essendovi tenute dalle legislazioni vigenti tra cui Basilea che giungerà presto alla terza versione.
François Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia, ha dichiarato nei giorni scorsi che è necessaria “ovunque un’applicazione equa di Basilea 3, niente di meno e niente di più”. Il governatore francese è stato subito raggiunto dalle parole di Christian Sewing, CEO di Deutsche Bank, che sottolinea che le norme di Basilea 3 potrebbero danneggiare le banche europee se non verranno applicate contemporaneamente anche dal Regno Unito e dagli Stati Uniti d’America.
Anche Macron ci va cauto e si capisce: le banche francesi, per complesse ragioni, sarebbero impattate negativamente da un mondo bancario che applicasse Basilea 3 in modo disomogeneo e la sua critica ha senso a prescindere: le regole o si fanno o non si fanno, se si fanno dobbiamo applicarle tutti.
In questo momento storico, poi, va ricordato che il settore bancario è strategico per la tenuta dell’Occidente; evitare fallimenti, speculazioni e scalate ostili da operatori non affidabili (o dovremmo chiamarli nemici?) è decisamente di primaria importanza.
Intanto le tasse e i tassi sono sempre gli argomenti preferiti anche al bar e a prescindere dalla piega della discussione devi pagare entrambi (anche se spesso ancora troppi lo dimenticano), come il conto del cappuccino e della pasta.
La caciara non conquista solo i banconi ma anche le banche centrali: si susseguono dichiarazioni disordinate a mezzo stampa dei banchieri centrali e altri soggetti, ultima la tedesca Isabel Schnabel componente del comitato esecutivo della BCE.
Tagliamo i tassi, no non li taglieremo, forse si ma non troppo, comunque non domani ma forse prima o dopo. Più facile capire il teorema di Fermat.
Una volta si parlava in privato e si arrivava con una dichiarazione concordata che veniva espressa nelle sedi istituzionali e dal presidente della BCE: era il principio della single voice. Oggi ognuno dice ciò che vuole, alla televisione o sui social, e il dibattito istituzionale pare svilupparsi a distanza.
Strani tempi per la democrazia e l’Europa.
Finché siamo privati cittadini possiamo sparare tutte le idiozie che vogliamo sui social senza preoccuparci più di tanto, salvo che di eventuali conseguenze legali e di fare colossali figure da stupidi, ma quando siamo banchieri centrali dovremmo forse agire con più accortezza e ricordare la frase che spesso diceva mio nonno: “un bel tacer non fu mai scritto”.