Consola sapere che l’Italia, come ha detto il ministro Tajani, non sparerà mai un missile contro la Russia. Anche perché se lo facesse, il vettore cadrebbe in Austria. L’Italia non dispone di missili balistici ed il suo modello più avanzato dovrebbe essere legato alle batterie Samp-t con cento chilometri di gittata. Ne servirebbero altri 1500 per colpire la Russia. L’esercito avrebbe annunciato un riarmo, ma vai poi a sapere cosa ne è di simili propositi. La verità è che abbiamo persino dismesso gli aspide, dei terra aria italiani con 50 chilometri di gittata. Se li abbiamo mandati agli ucraini, possono più o meno essere usati come petardi. A meno che Tajani salga su un caccia e si lanci come i kamikaze contro il territorio russo, non c’è pericolo. Semmai il problema che dovrebbe porsi il ministro degli Esteri è esattamente inverso, ovvero non se l’Italia spara o non spara un missile che nemmeno si avvicinerebbe alla Russia, ma cosa fa nel caso in cui la Russia decidesse di colpire l’Italia. Questa sarebbe un’ipotesi più realistica.
Fortuna per il ministro Tajani che la Russia ha problemi più impellenti che l’espansione nel Mediterraneo, dal momento che nemmeno dopo più di due anni controlla il mare di Azov. E anche se ha basi in Siria e magari persino in Libia, e può comunque sempre portare le sue navi a zonzo delle nostre coste, non avrebbe un qualche senso strategico un attacco all’Italia. Non per la difesa italiana che praticamente non esiste, ma per quella Nato che si attiverebbe immediatamente su una flotta russa priva delle sufficienti strutture di supporto per reggere un contro attacco. Se c’è una cosa che può confortare i paesi del Mediterraneo è il fallimento totale della marina russa che spintasi nel mar Nero sin ad Odessa ha dovuto ripiegare con la coda fra le gambe dietro la Crimea. Ancora questa settimana i russi sono riusciti a perdere una portaerei. Badate, gli ucraini non ce l’hanno una marina. Tale è stato il disastro navale che la Russia ha provato ad espandersi nel Baltico, per ora spostando le boe di confine, ovvero una misura che nemmeno la Finlandia prende sul serio. Con tutti i guai che passa la flotta russa in Ucraina è più facile che nel mediterraneo Putin ci mandi la fanteria in marcia dato che anche i carri sono impegnati nel Donbass. Resta l’ipotesi missilistica dalla distanza, ma a che pro? Con tutti quelli che già impiega contro Zelensky, Putin ha razziato persino i missili nord coreani, uno su due esplode in aria, perché affannarsi a lanciarne uno buono contro l’ Italia? L’Italia ha un governo tanto simpatico da preoccuparsi di far sapere la sua sincera amicizia verso la Russia.
Tajani ha rivendicato per le elezioni europee l’eredità politica di Berlusconi, e non c’è nessun leader occidentale più amico di Putin di quanto lo fosse Berlusconi. Il Cavaliere ricevette persino in regalo dal Cremlino un grande letto matrimoniale, non si comprende per quale ragione, ma tant’è. Berlusconi invece regalò a Putin il pieno sostegno per la sua conquista della Crimea nel 2014. Per cui Tajani suo malgrado segue la linea politica atlantica di sostegno all’Ucraina, quando lui ed il suo partito sono amici dei russi e di Putin. Morale, lo diciamo al presidente Meloni, il sostegno italiano all’Ucraina, non è una cosa seria. Cosa che si era compresa del resto quando i russi avevano fatto sapere che l’Italia aveva dato agli ucraini i cannoni Oto Melara del 1956. Ferri vecchi che manco si armano, buoni per compiacere Tajani.