I primi passi della politica internazionale del nuovo governo per quanto non si disponga ancora di elementi sufficienti per esprimere un giudizio esaustivo, sono andati nella direzione giusta. Il presidente del consiglio Meloni si è incontrata con il presidente francese Macron in visita a Roma e poi ha avuto un lungo colloquio telefonico con il presidente Zelenskj che lo stesso leader ucraino riporta in un’intervista a il Corriere della Sera.
In Francia si sono levati alti strali della gauche nei confronti di Macron che avrebbe legittimato un governo formato da ammiratori di Mussolini e di destra estrema. Questo era un cliché molto prevedibile a cui evidentemente il presidente francese non ha badato minimamente. Intanto Macron può essere contestato, ma non è uno sprovveduto. La sua presidenza ha instaurato una partnership consolidata con l’Italia e non ha nessuna intenzione di rinunciarvi. Perché si mantenga occorre che l’Italia rispetti tutti gli impegni concordati dal governo precedente. Macron ha quindi incontrato il presidente del Consiglio italiano, onorevole Meloni, dopo il colloquio di novanta minuti avuto con Draghi prima del passaggio delle consegne. È dunque plausibile che sia stato lo stesso Draghi il tramite dell’incontro, perché si può escludere che Macron abbia visto il nuovo presidente del Consiglio italiano senza un parere fornito dal precedente presidente. Questo non significa fare di Draghi il garante della presidenza Meloni, ma di sicuro Draghi ha invitato il nuovo governo italiano a mantenere la strada imboccata finora e se possibile rinforzarla. Come sappiamo vi sono questioni di una certa rilevanza economica ancora in ballo e l’Italia anche se guidata da un governo di destra, non ha nessuna convenienza ad isolarsi.
Non è diversa la situazione per ciò che riguarda l’Ucraina. Il presidente Zelenskj dopo la sua conversazione telefonica con il presidente del Consiglio italiano è apparso molto fiducioso. Meloni dovrebbe recarsi presto a Kiyv e il presidente ucraino non sembra dare particolare peso alla presenza di Salvini nel governo o del pensiero di Berlusconi. Anche il ministro degli Esteri Tajani è stato conseguente all’impostazione del presidente del Consiglio. L’Ucraina confida pienamente nell’appoggio dell’Italia e in questo senso si è espresso il nuovo governo, esattamente come quello appena passato. D’altra parte, va dato atto a Fratelli d’Italia di essere stata dai banchi dell’opposizione la forza politica più risoluta, soprattutto rispetto a certe della maggioranza, nel sostenere le risoluzioni del governo Draghi sull’Ucraina.
Dal primo giorno della formazione del nuovo governo italiano abbiamo scritto che non ci interessano le etichette, quanto le cose che si intende fare. Se questa linea appena abbozzata dal governo nei suoi primi passi nella politica internazionale, sarà quella che segnerà coerentemente il suo decorso successivo, è ancora presto per dirlo, serve un polso fermo, merita un pieno apprezzamento.
Foto dal sito della presidenza del Consiglio