Quando ancora Gheddafi era un amico, lo si informava, lo si riceveva, gli si baciava l’anello, ci si poteva pure permettere la normativa Turco Napolitano sui respingimenti. Era Gheddafi che si preoccupava di chi fare o non fare sbarcare in Italia, per cui il governo poteva fare la voce grossa e lasciare ad altri il lavoro sporco. Di conseguenza, i migranti arrivati da noi, venivano magari anche raggiunti da un provvedimento di espulsione, come ha ricordato il ministro Nordio a latere dell’ultimo consiglio dei Ministri, ma di fatto nessuno o quasi andava a processo se restava in Italia, che sciocchezza. Solo che il professor Nordio volendo fare un omaggio al Napolitano ministro degli Interni e alla sua esemplare rigorosa durezza, ha smarrito il filo della storia e non si rende conto, appunto, che tolto Gheddafi, la misura Turco Napolitano si è rivelata carta straccia. Il professor Nordio si è infatti detto convinto che sia la troppa burocrazia ad aver impedito l’applicazione della legge, quando invece la troppa burocrazia, nasce perché quella legge era del tutto inapplicabile.
Come fai a stabilire le origini di provenienza dei migranti, o a discutere del loro stato di rifugiato o meno, se non disponi degli elementi sufficienti necessari ad identificarli? Gli illegali clandestini sono illegali clandestini e spesso non hanno con se passaporti, soprattutto se sono dei perseguitati politici, possiamo dar per certo che hanno lasciato il loro paese senza documenti o con documenti falsi. Vi è solo la loro parola come attendibile e colui che ritiene di crederci o meno. Questo problema non è proprio poca cosa, soprattutto si presenterà anche al nuovo governo, nonostante le eccellenti intenzioni annunciate sui respingimenti. O li respingi tutti, o non ne respingerai nessuno, o, ancora, ti affidi al caso e decise delle quote di accoglienza si rispettano quelle con un gioco di bussolotti. Anche qui, senza il filtro del colonnello Gheddafi ti ritrovi centomila persone da gestire invece che diecimila, sempre che il nuovo amico dell’Italia, il presidente tunisino Saied, si mostri nel tempo altrettanto funzionale di Gheddafi, cosa di cui si può già dubitare, se non per la tendenza dichiarata a ricattarci.
Abbiamo sempre avuto grande stima di Nordio, per cui c’è da credere che si renderà presto conto di come senza l’amicizia di Gheddafi, l’Italia ha perso completamente il controllo della situazione migratoria e per quanto si possa essere convinti che il governo voglia davvero rispedire indietro tutti quelli che ha deciso di respingere, si farà due domande sui costi dei respingimenti. Non è che si nuoti proprio nell’oro, nemmeno se i migranti dessero i cinquemila euro per evitare la detenzione che gli si sta preparando. E anche qui vi sarebbe da discutere. Se uno ha soldi, resta libero, e magari è davvero un ladro, quando chi meriterebbe asilo dal primo momento, non ha un solo spicciolo in tasca e si ritrova a passare da un gulag ad un altro.
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