Le decisioni di Donald Trump sconvolgono gli equilibri creati dopo la caduta del comunismo e il dissolvimento del Patto di Varsavia e hanno un impatto immediato sulla guerra di aggressione all’Ucraina, scatenata dal neoimperialismo russo. Gli effetti e i timori per queste scelte dell’attuale amministrazione americana si proiettano anche nel lungo periodo compromettendo la sicurezza stessa dell’Europa democratica.
L’Unione europea si è fatta trovare del tutto impreparata perché ancora condizionata dalla concezione gollista dell’Europa e dal conseguente abbandono dell’ideale delineato dai Padri Fondatori, che già settanta anni fa puntavano ad una unione militare. Il veto francese di allora impedì la nascita di un soggetto politico che avrebbe potuto confrontarsi alla pari con le grandi potenze Stati Uniti, Russia e, più recentemente, Cina. Gli egoismi nazionali e la burocrazia di Bruxelles non hanno contribuito alla creazione di uno spirito unitario.
Adagiarsi sull’idea di una sicurezza garantita dall’alleato americano, attraverso la NATO, a causa intrinseca debolezza dei singoli Stati, è stato un ostacolo insormontabile alla nascita di una vera Unione sovranazionale e federale. Suonano profetiche, in tal senso, le parole che Ugo La Malfa scrisse, sulla Voce Repubblicana dell’8 settembre del 1954: “Un’Europa divisa, anche se appoggiata militarmente dagli Stati Uniti, non resisterà. I legami con gli Stati Uniti diventeranno sempre più tenui, le pressioni economiche, politiche e militari del grande stato orientale sempre più forti. Come l’esperienza degli anni seguiti al Patto atlantico ha dimostrato, una spregiudicata e intelligente politica russa sa manovrare gli interessi ed i sentimenti degli stati europei, e spostarne gli equilibri. Inavvertitamente la Russia che, per essere potenza continentale, è potenza più vicina, diventerà il centro dominatore della vita europea, e i dissidi fra i diversi paesi europei alimenteranno il suo dominio, così come i dissidi dei piccoli paesi confinanti alimentavano il dominio di Roma…
”.Il repentino cambiamento degli USA guidati da Donald Trump, verso la stessa Nato e verso la Russia di Putin, mette a rischio la fiducia transatlantica basata sui comuni valori della democrazia e delle libertà dei popoli. E in un’Europa divisa crescono le spinte di chi sostiene le manovre russe, che puntano a indebolire e disgregare l’Ue.
È improrogabile un effettivo sistema di difesa europeo, sovranazionale e pienamente integrato, che comporti la cessione della sovranità militare da parte di ciascun membro dell’Unione.
Per realizzare questo non bisogna far crescere i debiti dei singoli membri ma, nell’ottica dell’agenda Draghi, serve creare un debito comune.
Tutte le forze politiche del Parlamento Europeo e dei Parlamenti nazionali della UE comprendano, che non è più tempo di egoismi nazionali e astuzie finanziarie ai danni dei partner. Non può più esistere un’Europa senza una politica militare, estera e fiscale comune.
Senza un’Europa politica non esisteranno più neanche i singoli Paesi, così come oggi li conosciamo, con le loro istituzioni democratiche e la loro libertà.
Creiamo un fronte unico europeo che rilanci la visione dei Padri fondatori. L’Europa che vogliamo deve essere in grado di difendersi in modo unito dalle minacce che le vengono portate dall’esterno, sia economiche sia militari, per non apparire facile terreno di conquista agli occhi degli altri attori globali.
Senza un’Europa che abbia il diritto e il potere di farsi valere, senza un’Europa politica fondata sugli alti valori della libertà e della democrazia non vi è possibilità di pace, di sviluppo e di benessere.
L’obiettivo che oggi dobbiamo porci è quello di un’Europa che sappia proteggere i suoi cittadini, le sue istituzioni democratiche, i diritti e le libertà su cui si fonda. Proprio intorno a questi valori fondamentali, l’Europa, forte politicamente economicamente e militarmente, sarà in grado anche di ricostruire il fondamentale rapporto euroatlantico, oggi messo a dura prova dall’agire dell’attuale amministrazione statunitense. Le divergenze, anche gravi, non devono dividere la saldatura dell’Occidente, libero e democratico, che ha garantito ai propri cittadini progresso e benessere mai raggiunti nella storia dell’uomo.
Affinché l’Occidente e ciò che rappresenta nel mondo resti comunque forte, oggi l’Europa è chiamata a fare la sua parte, ad affermare con azioni concrete un ruolo da protagonista globale.
licenza pixabay
Senza un’Europa politica non esisteranno più neanche i singoli Paesi, così come oggi li
conosciamo, con le loro istituzioni democratiche e la loro libertà.
Creiamo un fronte unico europeo che rilanci la visione dei Padri fondatori.
L’Europa che vogliamo deve essere in grado di difendersi in modo unito dalle minacce
che le vengono portate dall’esterno, sia economiche sia militari, per non apparire facile terreno di
conquista agli occhi degli altri attori globali.
Senza un’Europa che abbia il diritto e il potere di farsi valere, senza un’Europa politica
fondata sugli alti valori della libertà e della democrazia non vi è possibilità di pace, di sviluppo e di
benessere.
L’obiettivo che oggi dobbiamo porci è quello di un’Europa che sappia proteggere i suoi
cittadini, le sue istituzioni democratiche, i diritti e le libertà su cui si fonda.
Proprio intorno a questi valori fondamentali, l’Europa, forte politicamente economicamente
e militarmente, sarà in grado anche di ricostruire il fondamentale rapporto euroatlantico, oggi
messo a dura prova dall’agire dell’attuale amministrazione statunitense. Le divergenze, anche
gravi, non devono dividere la saldatura dell’Occidente, libero e democratico, che ha garantito ai
propri cittadini progresso e benessere mai raggiunti nella storia dell’uomo.
Affinché l’Occidente e ciò che rappresenta nel mondo resti comunque forte, oggi l’Europa
è chiamata a fare la sua parte, ad affermare con azioni concrete un ruolo da protagonista globale.