Il Parlamento europeo sta progettando di modernizzare la struttura delle sue commissioni per stare al passo con la legislazione emanata dall’esecutivo dell’UE. Secondo i piani provvisori, delineati in un “documento di riflessione” del 13 settembre, il numero dei comitati completi verrebbe ridotto da 20 a 15 e includerebbe nuovi comitati dedicati all’allargamento dell’UE, alle politiche digitali, alla salute e alla difesa.
«Il mondo è cambiato, tutto è cambiato, così come il modo in cui la Commissione presenta la legislazione con proposte enormi e trasversali e la nostra struttura non può più farcela», ha detto il mese scorso agli eurodeputati il segretario generale del Parlamento europeo Alessandro Chiocchetti. Una delle motivazioni alla base della proposta è quella di neutralizzare le lunghe lotte intestine tra i deputati che presiedono le commissioni su chi si assume la responsabilità dei diversi dossier legislativi che rientrano nella loro sfera di competenza.
«La complessità della legislazione è aumentata e quindi a volte non è del tutto chiaro quale commissione sia responsabile di cosa, e quindi ha senso migliorare questa situazione», ha affermato Bernd Lange, un eurodeputato socialdemocratico tedesco che presiede la conferenza delle commissioni. Nel tentativo di evitare queste controversie, il documento suggerisce che il Parlamento dovrebbe formare 15 nuovi comitati completi che coprano un miscuglio di aree politiche. Un nuovo mega-comitato sulle politiche digitali “eliminerebbe la principale fonte di conflitti di competenza”.
La sottocommissione per la sicurezza e la difesa diventerebbe un comitato a pieno titolo che si occuperebbe anche dell’industria degli armamenti e della lotta alle interferenze straniere, eliminando così ulteriori fonti di tensione tra gli eurodeputati senior. Il testo suggerisce inoltre di unire il clima e l’energia in un unico comitato, unire il commercio internazionale e lo sviluppo in un’unica entità e porre l’espansione dell’UE in primo piano e al centro in un nuovo comitato per gli affari internazionali e l’allargamento. Il documento propone di eliminare le quattro sottocommissioni e di sostituirle con “commissioni speciali”, su temi come i diritti umani, l’uguaglianza di genere e gli affari costituzionali.
Foto CC0