Uno dei grandi misteri della fede sarebbe sicuramente quello ricordato da un ex presidente del consiglio italiano per il quale, i cristiani, o erano gli ebrei, a Pasqua, si recarono in Egitto e riscattarono la loro schiavitù. Al che uno necessariamente si chiede come poi sarebbe finita la faccenda, cosa avrebbe fatto il faraone nel vedere questi cristiani, o ebrei, arrivare in Egitto e se questi avessero rovesciato il regime egiziano ed occupato l’Egitto, o se ancora e più semplicemente l’Italia aveva indicato, per lo meno non eletto, un presidente del Consiglio che parlava a casaccio.
Poi bisogna anche capire che le questioni bibliche sono complesse e non si può pretendere di conoscerle a menadito soprattutto per chi rivestendo incarichi istituzionali deve districare questioni altrettanto complesse e nemmeno a dirlo, lo sono quelle del diritto internazionale, soprattutto se si guarda al Medio oriente. Tutt’altro che chiara, la situazione di Gaza, dal momento che trattasi di città fenicia, donata da Erode, re di Giudea, probabilmente per sbarazzarsene, a Cleopatra e rimasta egiziana fino alla guerra dei sei giorni. Da quel momento, Gaza e tutto il Sinai vennero occupati dall’esercito israeliano che pure era stato l’aggredito, non l’aggressore. La fragile Israele, nata nel 1948 e numericamente più debole, sconfisse Stati più numerosi e regimi stabili. Altrimenti il Golan, il Sinai, la Cisgiordania, sarebbero semplicemente annessi, come bottino di guerra, quando invece, Israele, fatta poi finalmente la pace con l’Egitto dopo aver subito una seconda aggressione, restituì tutto il Sinai e concesse l’autonomia amministrativa a Gaza, che l’Egitto proprio non rivoleva. Mentre la Cisgiordania, la Giordania la cedette nel 1988 all’autorità palestinese e Israele ha accettato un controllo misto dell’area. Persino a Gerusalemme, dove se un ebreo passeggia sulla spianata delle moschee, infuria l’intifada.
Dal punto di vista del diritto internazionale, si risolverebbe tutto semplicemente. Costituisci uno Stato Palestinese fra i due territori cuscino, la striscia di Gaza e la Cisgiordania e Israele come ha fatto per il Sinai, in cambio della pace, si ritira ordinatamente. Questo era, più o meno, il piano previsto a Camp David dopo i trent’anni necessari a convincere l’Olp di rinunciare a voler distruggere Israele e a farsi uno Stato indipendente, Disgraziatamente Arafat, che era un grande leader democratico, sottopose il trattato ad un referendum e perse clamorosamente. Si tornò punto d’accapo. Hamas che aveva rialzato la bandiera della distruzione di Israele, soppiantò l’Olp. ora poco più che una stanza d’ufficio a Ramallah. Una mente acuta, capace di padroneggiare le questioni bibliche con successo, si sarebbe dovuta accorgere di un qualche problema riguardo il diritto internazionale e cioè che i palestinesi che avevano respinto il piano, non avevano interesse ad un loro Stato e alla pace. Gli bastava liberarsi di quello ebraico. Lo Stato è un concetto occidentale, non arabo, e attenzione anche a misurare i confini della Palestina romana, perché se è palestinese Tel Aviv, a maggior ragione, lo sarà Amman. E, parentesi, Damasco? Siamo sicuri che Damasco non sia palestinese?
Purtroppo una situazione tanto controversa si è trascinata sino al 7 ottobre scorso, dove un’altra volta, Israele è stata l’aggredita e con un’operazione che ha agghiacciato l’opinione pubblica internazionale. Persino l’ex presidente del Consiglio italiano, quello che confonde una Pasqua con un’altra, si è detto inorridito. Allora bisogna che qualcuno ci spieghi come si ripristina il diritto internazionale, dal momento che questo non è riconosciuto da una parte in causa nel conflitto. A meno che si pensi sul diritto internazionale quello che si vuole applicare in Ucraina, ovvero che questa, bombardata ogni giorno, deve guardarsi bene dal rispondere alla Russia colpo su colpo. L’Ucraina è un pungiball, ecco il diritto internazionale.
Infatti, l’ex presidente del Consiglio italiano, sincero amico della comunità ebraica oltre che di Zelensky, è subito corso da quella romana a ricordarle che non si deve violare il diritto internazionale, perché anche qui come è noto, a sparare sul Libano, a far saltare i cellulari dei mullah, ad alzare i jet in volo, è la comunità ebraica romana. Vogliamo esprimete tutta la solidarietà al presidente della comunità ebraica, che sarà rimasto a dir poco sconcertato e magari, siamo pur sempre un paese di leggi razziali, teme ritorsioni. Si consoli. Un tempo si diceva che l’Italia era fatta da santi, poeti e navigatori, adesso, grazie a chi rivendica il rispetto del diritto internazionale, è fatta anche da statisti.
licenza pixabay