Mai qualcuno avesse perso il bandolo della matassa sulle riforme costituzionali, può capitare visto la recrudescenza, ecco un breve riepilogo. Il presidente del Consiglio non è una fine giurista, si preoccupa di portare a casa un qualche risultato. Da qui la proposta presidenzialista, a cui non si è detta contraria, o quella del premierato, che è stata approvata alla commissione Affari Costituzionali del Senato. Come le presentò il capogruppo di Fratelli d”Italia Foti? Una o l’altra fa lo stesso, l’importante è che gli italiani possano scegliere direttamente il capo del governo. Perché allora si è optato sul presente premierato? Perché il premierato è una proposta del Pd del 2008, firmata dal senatore Ceccanti, che invece è un illustrissimo costituzionalista che rilanciava per l’Italia il modello che la Francia aveva sconfitto, ovvero l’elezione diretta del presidente del consiglio, anteposta da Maurice Duverger al presidenzialismo di De Gaulle.
Se il Pd riconosceva nella proposta della destra, la sua di proposta, il gioco era fatto. Di conseguenza ancora un paio di mesi fa il presidente Casellati ha detto che non era necessariamente stabilito che il nome del premier dovesse essere indicato sulla scheda, e questo era appunto il premierato non elettivo sostenuto dal senatore Ceccanti. In Inghilterra, l’unico modello di riferimento plausibile, non quello israeliano che non esiste più, il premierato de facto, gli elettori votano il partito non il premier. Come mai allora le opposizioni non insorgono chiedendo di votare separatamente il capo del governo ed il parlamento, come avviene nelle democratiche Francia e Stati Uniti? Perché non è la proposta del Pd, quello è il sistema presidenziale o semi presidenziale, il Pd voleva un sistema all’inglese, possibilmente maggioritario secco e capo del governo scelto dal partito, non dall’elettorato, badate. Questo è il punto delicato del premierato non elettivo per cui Fratelli d’Italia e Pd ancora non hanno trovato la quadra, Al Pd non interessa assolutamente che il popolo scelga un bel niente, se non il principale partito del paese a cui poi restano tutti i poteri. Il premierato non elettivo è semplicemente il monopartitismo, il mono turno, e presumibilmente una sola legislatura, perché dopo nessun italiano sarà tanto scemo da rivotarlo. Garanzie? Nessuna, il capo dello Stato diventa un gran ciambellano e su questo in effetti, può darsi che Fratelli d’Italia e Pd convergano. Ovviamente c’è l’incognita Schleiin, che non è stata scelta dall’apparato, ma proviene da un voto popolare. Mentre l’onorevole Meloni non ha particolari preoccupazioni sapendo che in queste condizioni comunque sarà lei il presidente del consiglio plenipotenziario, eletta o meno, che importa.
Davanti a tutto questo verrebbe alla mente il buon Rousseau quando scriveva che il popolo inglese era libero al momento del voto e schiavo subito dopo. Tutti a pensare che Rousseau ce l’avesse con il principio della rappresentanza, quando invece ce l’aveva proprio con il sistema elettorale inglese rimesso interamente nelle mani dell’aristocrazia. Da allora l’Inghilterra si è evoluta parecchio, priva di una costituzione scritta le sue convinzioni sono depositate nella coscienza dei suoi governanti. E questo a Rousseau piacerebbe. Piacerebbe anche ai cittadini italiani, avessero se non le leggi inglesi, almeno un po’ di quella coscienza nella classe politica tale da non dover percorrere vanamente il tunnel del riformismo.
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