Un sopravvissuto della Guerra Fredda. come il presidente della Bielorussia Lukashenko, deve ringraziare Putin ogni giorno. Senza il sostegno militare russo, sarebbe già stato rovesciato a gambe all’aria da almeno dieci anni. Eppure la Bielorussia si è guardata bene dal partecipare alla guerra all’Ucraina e adesso è la prima ad aver infranto la propaganda del Cremlino, parlando di “stallo” Se un altro ferrovecchio del socialismo reale come l’ungherese Orban è ancora convinto dell’invincibilità russa, Lukashenko ha idee completamente diverse. A parte, le ragioni di buon vicinato, i soldati gli servono per mantenere l’ordine interno. Venissero spediti oltre confine, vai a sapere con chi si schiererebbero. Poi a contrario dei suoi amici russi ha occhi per vedere. Come fai a combattere una guerra dove un drone da 400 euro ti distrugge ogni giorno e anche per dieci volte al giorno un carro armato da due milioni di dollari?
Lukashenko passerà alla storia grazie alla frase diramata quando i russi pigliavano schiaffoni in piena faccia dall’Ucraina a tre mesi dall’invasione. La Russia è talmente potente, disse, da non aver bisogno del suo aiuto. Scomparve per sei settimane, tanto da far pensare di essere stato epurato. Eccolo invece riapparire, magari acciaccato, ma lesto ad offrire una mediazione al furioso Prigozin. il comandante della Wagner in marcia su Mosca. Nemmeno portassimo Lukashenko nei sotterranei della Lubianka riusciremmo a scucirgli la verità su questi fatti e pazienza, Prigozin è dato per morto, lui è ancora al suo posto.
La controffensiva militare ucraina ha prodotto un buco nell’acqua, mentre il tentativo di ritorno all’iniziativa russa nell’oblast di Donesk, ad Avdiivka, è stato un altro disastro. Quanti soldati la Russia riesca a mobilitare, non più tantissimi, vorrebbe richiamare le donne, le armi ucraine mostrano maggiore precisione. Putin ha dovuto ritirare la flotta dal Mar nero e ancora i sistemi antimissili in Crimea vengono colpiti quando i russi principalmente si accaniscono sui supermercati. Lukashenko ha una percezione chiara della situazione militare dal primo giorno. Anche se Putin vincesse, lui resterebbe all’angolo, se perdesse, come è convinto, il suo regime lo segue a ruota nella sconfitta. Può darsi benissimo che sia lo stesso Putin esausto ad avergli detto di lanciare una proposta diplomatica. In ogni caso Lukashenko ne ottiene un certo prestigio. Putin può sempre sperare che tutti gli oligarchi contrari alla guerra continuino a morire incidentati come è avvenuto negli ultimi due anni. La sua cintura di protezione personale è formidabile, ma sempre più stretta. Zelensky invece è in una fase calante. Anche se fosse sostenuto dall’occidente per sempre, mai in modo tale da poter rispedire i russi interamente oltre confine. Poi ci sono varianti impreviste come l’episodio in Daghestan creato ad arte. Non ci vuole niente a scatenare i mussulmani contro gli ebrei in Russia. I pogrom sono nati qui. Quando la Germania nazista rompeva le vetrine dei negozi degli ebrei, nella Russia zarista i proprietari di quelli erano già stati impiccati.
Possibile che un Occidente sfibrato, allarmato dalla crisi in Medioriente con le piazze che si animano in difesa di Gaza, quando nulla gli è è mai importato di Mariupol, di Bukha, di Grozny ai pacifisti nostrani, manco sanno dove siano sulle mappe, convinca anche l’America a fare pressioni su Kyiv per sedersi ad un tavolo e trattare. La borghesia democratica è sempre per la mediazione. Non è forse quanto chiede anche il Santo padre? E cosa potrebbe esserci di meglio di una simile soluzione tanto attesa? Un ragionevole compromesso fra due boxeur suonati, Lukashenko sarebbe perfetto per promuoverlo. La Cina, ad esempio, non ha alcun interesse alla fine delle ostilità in Ucraina. L’Ucraina potrebbe anche piegarsi, è completamente dipendente da America ed Europa. Mentre Putin come farebbe a dire ala Russia ho combattuto per due anni e mi ritrovo con un pugno di mosche in mano? A questo punto Putin deve restare in scena fino a quando cala il sipario. Una tregua sarebbe l’ammissione della sua sconfitta. A meno che non vanti come successo il riconoscimento della Crimea che si era già preso otto anni fa. La faccia di tolla non gli manca.
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