La crisi di identità in cui è precipitato il Pd, rifondiamolo, dobbiamo ridefinirci, superiamolo, è il frutto di una campagna elettorale contro la destra dissennata. Eppure, con la destra il Pd ha governato fino all’altro ieri e quando ha governato con la presunta sinistra, il movimento 5 stelle, Articolo uno, da cui si disperano di essersi separati, hanno predisposto misure, il coprifuoco, l’isolamento, che solo le destre più becere potevano imporre in Italia e nemmeno se ne sono accorti. Così come non si sono accorti che se già nel luglio del 2020 Fratelli d’Italia aveva superato i consensi delle intenzioni di voto dell’ex partito di maggioranza relativa, per cui presto avrebbe superato anche il partito democratico che nelle elezioni del 2018 era stato solo il terzo partito più votato.
La solidarietà nazionale era stata l’occasione per rimescolare le carte ed evitare che fosse la destra oppostasi al governo Conte Pd a sollevare la bandiera liberale. Con Draghi si era fatto un lavoro importante, tanto che il Pd era tornato a crescere nei sondaggi e Fratelli d’Italia restava dietro. Caduto Draghi il Pd doveva solo chiedere di rimetterlo in sella per continuarne l’operato e invitare la destra a fare altrettanto. Si dovrebbe capire facilmente che i problemi sono ancora gli stessi per i cittadini, tutti vogliono fermare il caro bollette, e proprio in questi giorni le proposte migliore per riuscirvi vengono dal presidente del consiglio dimissionato, che grazie a Dio ancora per qualche giorno è in carica.
La sinistra vuole tornare invece a fare la sinistra? Allora è belle che spacciata perché la crisi energetica del paese ricade interamente sulle sue spalle dai tempi del referendum sul nucleare. Portata l’Italia fuori dal nucleare, adottate le più strampalate proposte di riconversione ambientale, non c’è vento sufficiente per l’eolico in Italia, dilapidate risorse, consegnatici mani e piedi alla Russia, vero presidente Letta?, bloccate le trivelle, come ci si fa a stupire se i prezzi sono arrivati alle stelle? Le aziende straniere hanno iniziato a fuggire dall’Italia nel 2011 mica hanno aspettato l’invasione dell’Ucraina.
Ma la destra è pericolosa per la democrazia occidentale, va combattuta. Per la democrazia occidentale è pericoloso chi pensa di sostituire alle ragioni dello sviluppo quelle dell’assistenzialismo senza mezzi sufficienti per farlo e soprattutto chi non si rende conto della minaccia disgregatrice presentata dall’autocrazia russa nei nostri confronti. E’ pericoloso sentire alla televisione di Stato personaggi da quattro soldi dirci che gli aggrediti non devono difendersi, che non bisogna dar loro armi, che Hitler non voleva scatenare una guerra mondiale, che i bambini sono felici in dittatura. Questo è pericoloso, l’attacco alla nostra cultura democratica condotto da simili personaggi.
Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto dall’opposizione, senza un solo fiato, i provvedimenti del governo concordati con l’Unione europea sulla Russia e questa riprodotta è la nota dell’onorevole Meloni a riguardo degli ultimi sviluppi. “La dichiarazione di annessione alla Federazione Russa di quattro regioni ucraine dopo i referendum farsa svoltisi sotto violenta occupazione militare non ha alcun valore giuridico o politico. Putin dimostra ancora una volta la sua visione neoimperialista di stampo sovietico che minaccia la sicurezza dell’intero continente europeo. Questa ulteriore violazione delle regole di convivenza tra Nazioni da parte della Russia conferma la necessità di compattezza e unità delle democrazie occidentali”. Una posizione impeccabile che meriterebbe di venir sottoscritta.
Rispetto a chi metteva in burletta il presidente Draghi su cosa preferiscono gli italiani, la pace, o i condizionatori, Fratelli d’Italia mantiene un profilo serio sulla questione dirimente che concerne oggi il mondo occidentale. Se si consente ad un aggressore di violare la sovranità nazionale tutta la nostra costruzione politica europea decade ed i primi ad esserne consapevoli sono i lituani, i lettoni, i polacchi, gli estoni, i moldavi e come si è visto, persino svedesi e finlandesi. Solo da noi la sinistra non se ne accorge e poi tò, il Pd scopre di vivere una crisi di identità. Bene, è molto più profonda di quanto credano.
foto Fondazione Enrico Berlinguer