Solo chi non segue da vicino le vicende che interessano il Medio Oriente allargato può pensare che la rivalità tra Iran ed Israele sia conseguenza della lunga guerra del Libano, che coinvolse lo Stato Ebraico dal 1982 al 2000. I meglio informati sanno che, già con la caduta dello Scià di Persia, Reza Pahlavi, il destino dei rapporti tra la Repubblica Islamica dell’Iran ed Israele era segnato. La teocrazia degli Ayatollah, che identificava gli USA come il Grande Satana del mondo, vedeva in Israele il suo vicario in Medio Oriente, e quindi il Piccolo Satana.
Dagli anni ’50 il più ricco ed evoluto degli stati arabi, il Libano, aveva relegato la sua comunità sciita, ad un ruolo insignificante. Il leader riconosciuto degli sciiti libanesi, l’Imam Musa Al Sadr, si impegnò nel progetto di scalata sociale degli sciiti in Libano. Va detto che, alla fine della I Guerra Mondiale alla Francia fu assegnato il mandato di creare, nel Libano, lo stato per i Cristiani Maroniti. Nell’ultimo censimento del Libano, risalente al 1932, la popolazione cristiana raggiungeva quasi l’80%. Vi era poi una minoranza Sunnita ed una minoranza, ancora più piccola, circa il 5%, Sciita.
Il compito di Al Sadr, dunque, sembrava quasi irrealizzabile, anche a causa del dispregio con cui i sunniti consideravano gli sciiti. Gli venne in aiuto l’ascesa al potere del dittatore siriano Afez Al-Assad, che apparteneva alla minoranza Alawita in Siria. Fin dai tempi di Giulio Cesare, per i dittatori, la forma è sostanza e, per Assad, poter essere nominato Presidente della Siria era fondamentale. L’unico problema risiedeva nel fatto che la Costituzione Siriana prevedeva la necessità che il presidente appartenesse alla comunità islamica. Ma gli Alawiti erano considerati alla stregua di eretici nel mondo sciita. Nel 1972, Al Sadr andò in aiuto di Assad promulgando una Fatwa che dichiarava gli Alawiti pienamente Musulmani. Da quel momento gli sciiti del Libano ebbero, in Assad, il loro Padrino. Il partito Amal, fondato da Al Sadr, iniziò una crescita altrimenti impossibile e divenne il riferimento di tutte le comunità sciite del Medio Oriente, in Iraq, in Iran ed in Siria.
Quando iniziò la rivoluzione islamica in Iran, l’Ayatollah Khomeini aveva appreso tutti i fondamentali proprio da Al Sadr. L’idea di fondo era quella di creare un vero Crescente Sciita, che sarebbe partito dall’Iran, passando per Iraq e Siria, per finire sul Monte Libano. C’era solo e sempre un ostacolo, in questo progetto: Israele. Ed Israele sapeva di essere nel mirino di Amal e dell’Iran. La presenza ferma dello stato Ebraico avrebbe impedito la chiusura del cerchio, Khomeini lo sapeva. La Morte di Al Sadr, le crescenti tensioni tra i gruppi confessionali in Libano, diedero la stura a quella guerra civile che avrebbe insanguinato il Libano per decenni. Il Libano, la Svizzera del Medio Oriente, venne ridotto, dagli sciiti, con l’aiuto della Siria, in un immenso campo di battaglia. Khomeini che, morto Al Sadr, era diventato il più autorevole degli sciiti, decise di percorrere due strade per attaccare Israele, sostenere militarmente l’OLP di Arafat, e creare una milizia sciita, in Libano, capace di prevalere all’interno e di cogliere vittorie contro Israele. Nacquero, così, gli Hezbollah.
Nel 1982, per Israele, i giochi iraniani erano chiari. L’OLP, dal Libano, colpiva incessantemente le postazioni e le città israeliane. Era necessaria una zona cuscinetto che, lo Stato Ebraico identificò nella striscia di territorio a sud del fiume Litani, nel Libano meridionale. Così, nel 1982, le IDF (Israeli Defence Forces), entrarono in Libano. Più che l’OLP di Arafat, ad opporsi alle truppe israeliane, furono proprio gli Hezbollah che seppero dare molto filo da torcere a Tsahal. Da quel momento, seppur non dichiarata, la guerra tra Iran ed Israele era iniziata. Come spesso accadeva durante il periodo della guerra fredda, il conflitto era per procura. Dietro ad Hezbollah c’era il forte aiuto siriano e la longa manus iraniana.
Per quasi vent’anni le varie fazioni libanesi si allearono e si scontrarono dando origine a faide infinite che perdurano ancora oggi. I Cristiani Maroniti, da maggioranza in Libano, sono diventati una minoranza quasi irrilevante, schiacciati tra i musulmani sunniti, quelli sciiti, ed i campi profughi palestinesi. Proprio in due di questi campi, quelli di Sabra e Chatila, per mano delle falangi cristiane di Elie Hobeika, avvenne il massacro di migliaia di palestinesi e miliziani sciiti.
Il ritiro israeliano dal Libano, nel 2000, e le forze di interposizione delle Nazioni Unite del contingente UNIFIL, a guida italiana, hanno permesso ad Hezbollah di rimarginare le pesanti ferite inflitte dall’IDF, ed anche di creare, nel sud del Libano, uno Stato nello Stato. Da milizia, Hezbollah è diventato un vero e proprio esercito e la guerra civile siriana, nella quale ha combattuto in favore di Assad (figlio), a fianco dei Pasdaran iraniani, ha trasformato i miliziani di Hezbollah in autentici soldati veterani che, oggi, minacciano direttamente Israele, nell’arco che va dalla costa meridionale libanese alle colline del Golan siriano. Al loro fianco, presenza discreta, ma non troppo, le Guardie Rivoluzionarie Iraniane, con le loro brigate corazzate, i loro missili, i loro radar, puntati su Israele.
Foto Quran Gate, Shiraz, Iran | Ninara, CC BY 2.0