Una volta che l’amministrazione statunitense ha dichiarato che collaborerà con qualsiasi governo in Italia democraticamente eletto, va da sé che qualsiasi questione politica post elettorale possa essersi aperta è stata anche risolta. Nessuno oggi avverte un qualche rischio autoritario nel vedere in Italia scelto come primo partito in parlamento Fratelli d’Italia, formazione il cui comportamento è sempre stato pienamente rispettoso delle istituzioni repubblicane. Anche i legami con Orban che dovrebbero essere comunque più una preoccupazione dell’Unione europea che degli Stati uniti d’America, valgono fino ad un certo punto. A contrario di Orban che sostiene le ragioni della Russia in Ucraina pervicacemente, il partito dell’onorevole Meloni ha seguito disciplinatamente le misure dell’Unione europea e del governo italiano nei confronti della guerra. Di più, Fratelli d’Italia, dall’opposizione, non ha mai sollevato perplessità su quelle misure a contrario di chi all’interno della maggioranza le contestava. Questo allontana e su un punto dirimente, il partito dell’onorevole Meloni dall’Ungheria di Orban e oltretutto la dimostra molto più affidabile agli occhi dell’occidente, di Salvini, Berlusconi e Conte in un colpo solo.
Mentre quelli esistenti con il neo franchismo spagnolo sono comunque cosa molta diversa dall’eredità fascista di cui pure qualcuno ancora l’ accusa. Il regime franchista si preoccupò di mantenere la neutralità nei confronti dell’America e dell’Inghilterra e rifiutò le leggi razziali. La Spagna di Franco è l’unico paese europeo che non consegnò i suoi ebrei alla Germania ed impedì che venissero presi. La Francia di Vichy gliene diede più di quanti Heydrick ne chiese. Per cui al limite vi sarebbero da capire le relazioni fra Meloni e Marine le Pen e comunque va detto che il Front National non è un reduce della Francia di Vichy, quello lo era Mitterand e tanti socialisti come lui che vi aderirono, non Le Pen. Il Front National lo è invece della colonizzazione algerina. La storia europea è insomma molto complessa.
Ed è questa complessità che dovrebbe preoccupare perché per l’appunto Fratelli d’Italia nasce da Alleanza nazionale che era arrivata a condannare il fascismo come male assoluto del secolo scorso.
L’onorevole Meloni ha dichiarato di non essersi mai opposta a questa presa di posizione del suo partito di allora e pure ha pensato bene di riesumare il simbolo del postfascismo italiano, la fiamma tricolore che Alleanza nazionale aveva rimosso. In verità, l’unico problema che concerne il partito dell’onorevole Meloni è questo simboletto che rappresentava una minoranza reducistica di un’epoca passata che la repubblica democratica tollerava per evitare di alimentare tensioni preesistenti.
C’è quindi solo un problema culturale che concerne il partito dell’onorevole Meloni e di coloro che lo hanno votato senza preoccuparsi in nessun modo di quel simbolo che aveva sempre contrassegnato un‘opposizione nostalgica e mai una forza di governo. Poi, per carità di patria, fino a quando non sentiremo parlare delle plutocrazie democratiche occidentali che penalizzano il fiero sviluppo e le grandi ambizioni della nazione italiana, possiamo restare prudentemente tranquilli.