L’amico Franco De Angelis del Pri Lombardia ci ha inviato il seguentei ntervento che pubblichiamo volentieri
Il testo presentato dal governo non è una vera Riforma organica ed il cammino che dovrà affrontare in sede istituzionale è particolarmente “complesso”, per cui sarà sicuramente importante seguire gli sviluppi del dibattito parlamentare. Nel complesso, la riforma proposta del governo può non piacere perché principalmente non sembra essere una autentica riforma di sistema. Il che non consente di indignarsi e gridare al golpe, soprattutto, guardando in modo asettico alla realtà di questi anni, un simile atteggiamento, sarebbe profondamente ingiusto..
La riforma deve essere invece, a mio avviso, un punto di partenza per dare risposte – quanto mai urgenti – alla indiscutibile necessità di cambiamento che si aspetta la nostra società. Partiamo dal principio di rappresentanza parlamentare, nei fatti, in molte occasioni non si fa che ripeterlo mortificato da anni. Questo deriva principalmente dal fatto che i partiti come li intendiamo noi, non ci sono più! E pure erano il primo mezzo non solo della selezione del personale, ma anche di garanzia della rappresentanza.
Per quanto riguarda la funzione originaria del Parlamento essa è radicalmente e sostanzialmente cambiata. Non possiamo nascondere che le Camere non scrivono più le leggi ma ratificano decisioni prese altrove. Cosa ancora più grave se “altrove” sono i ministeri ed i loro apparati tecnici amministrativi. Questo è il vero sovvertimento della Costituzione e la proposta di riforma governativa non da soluzioni nel merito. L’amico Guido Camera ha scritto recentemente in un suo articolo come i giuristi distinguano fra costituzione scritta e costituzione vivente, cioè la Costituzione che proviene dal testo originale e quella dalla prassi e dalle sentenze della Consulta, invitando a raffrontare il comportamento istituzionale di Saragat e Leone, rispetto a quello di Napolitano e Mattarella. Ritengo che questo sia il vero problema che ci troviamo di fronte, ovvero come garantire la rappresentatività, accrescendo la governabilità, per dare reale forza al ruolo della politica, a discapito della burocrazia. Certo, mi rendo conto che per riuscirvi servirebbe un ampio coinvolgimento delle forze politiche e soprattutto tanta lungimiranza e coraggio.
Queste mie sono riflessioni che mi auguro possano servire al confronto e al dibattito che ognuno di noi svolgerà sulla materia, premierato compreso. Di una cosa però sono certo ai repubblicani, coraggio e lungimiranza, non mancano certo. Per questo il nostro contributo come partito sarò come sempre importante ed utile per il paese.
Il Pri deve prendere una posizione ben netta nei confronti della proposta di riforma istituzionale. Il Premierato non è la soluzione e porta alla completa morte del partito insieme a tante altre piccole voci. Ottimo l’articolo di qualche giorno fa di Valerio Amarelli? ( Lombardia Pri )?. Su la Ragione ed anche gli interventi del solito Giacalone.