Nella sua relazione di apertura dei lavori del Cn il segretario del partito repubblicano Corrado de Rinaldis Saponaro, ha esaminato la situazione internazionale ed il quadro politico economico italiano.
“Era difficile pensare che dall’America repubblicana di Nixon e Regan, che aveva fatto del libero scambio la sua carta di presentazione, potesse uscire una presidenza protezionista come quella di Trump. Il crollo delle borse per non parlare del panico creato nei mercati è stato tale da riportare l’economia mondiale all’11 settembre dell’attentato alle Torri gemelle. Non solo gli elettori di Trump sono sconcertati, ma vi sono ripercussioni nelle stesse fila del suo partito e del suo governo. Trump da parte sua ha invitato il presidente della Fed ha cogliere l’occasione al balzo per tagliare il tasso di sconto del denaro e di non fare politica. Il governatore gli ha risposto secco che lui fa solo seriamente il suo mestiere. Il dubbio che ci si sta rivolgendo in tutte le sedi istituzionali dell’occidente e se altrettanto si possa dire di Trump. Nel caso migliore questi due primi sessanta giorni della sua presidenza denotano una profonda mancanza di tatto e di eleganza, degne di un elefante in una cristalleria. Siamo arrivati ad uno dei momenti peggiori delle relazioni Usa Europa del secondo dopoguerra, tale da incrinare una partnership consolidata in tanti settori.
Non mi nascondo che la crisi possa tramutarsi in un’opportunità. L’Europa e l’Italia in particolare vivono una lunga stagione di ritardo nel campo dell’innovazione della ricerca sul fronte economica e dell’integrazione politica e militare. Senza poter contare sull’appoggio statunitense è il momento di rilanciare il disegno federalista repubblicano che noi in particolare perseguiamo dal tempo della pace perpetua di Kant, e poi dalla Giovine Europa di Mazzini e ancora nel manifesto di Ventotene. Modi diversi di sostenere un medesimo progetto adeguato ai tempi di prosperità del continente dovuto alla sua forza e alla sua coesione.
Questo è il tempo per imprimere un’accelerazione di passo ed il governo italiano sbanda paurosamente, non solo nel giudizio sulle presidenza statunitense e le tante misure controverse che ha preso finora, ma anche dividendosi all’interno del parlamento europeo su questioni fondamentali come la sicurezza di un occidente che pure è sotto attacco. Sono persino diverse le sensibilità sulla guerra in Ucraina, il tutto impedisce la stessa credibilità del governo. Purtroppo l’opposizione così come è articolata non è che offra prospettive di un’alternativa migliore, anzi. La manifestazione pacifista di oggi solleva interrogativi altrettanto gravi. Chiunque qua dentro se gli si chiede se è favorevole alla pace, sarebbe pronto ad alzare la mano con convinzione. Nessuna persona di buon senso è favorevole alla guerra. Ma qui si tratta di proteggere le proprie famiglie e le proprie città da chi non fa che accumulare armi per scagliarle contro chi rivendica la sua autonomia. Sarebbe inaccettabile e folle mostrarsi impreparati.
Io credo che il partito repubblicano abbia fatto in questi mesi uno sforzo notevole ed ancora lo sta facendo sul piano dell’impegno elettorale. Il patto con Azione è servito principalmente a rilanciare la presenza del partito in zone in cui non sarebbe auto sufficiente per presentare le liste. Dal congresso di Azione a cui abbiamo partecipato, è stata confermata una sostanziale convergenza politica. Magari non direi che il Movimento cinque stelle dovrebbe venir cancellato, ho rispetto per chi prende tanti consensi da essere eletto in parlamento. Certo non riterrei credibile un’alleanza fra il Pri e una simile forza politica. Non si tratta di aprire o non aprirci al dialogo e che proprio non sapremmo cosa poterci dire.
Mai le forze politiche che hanno costituito un Governo della Repubblica avevano avuto all’interno del Parlamento Europeo su questioni rilevanti comportamenti di voto opposti. Non bastasse l’attuazione del PNRR è in fortissimo ritardo, prova che il Commissario Fitto ipotizza di riversare le risorse non spese al 31/12/2026 sui fondi di coesione. La mancata semplificazione della 5.0 a favore degli investimenti aziendali che a fronte di stanziamento di 6,2 miliardi si è riusciti a spendere solo 630 milioni. Il paese ha bisogno di un cambio di passo e questo governo arranca”.