Il gelo è servito. Una partita energetica che gli italiani stanno già pagando in queste settimane nella loro bollette e che hanno rischiato di pagare ancora di più (senza l’intervento in manovra la spesa a famiglia di gas e luce sarebbe stata in media superiore ai 3300 euro).
La nuova difficoltà dopo la chiusura da parte della Russia, e della sua società statale Gazprom, dei rubinetti del gasdotto Yamal per le forniture di gas per l’Europa. Una chiusura che l’Europa tutta ha sentito pesantemente, visto che la compagnia fornisce circa il 25% del fabbisogno (il 27% in Italia, il 36% in Germania). Una mossa che è andata a surriscaldare, almeno quello, il clima tra le diplomazie. La situazione è già tesa, soprattutto con la Germania e oltreoceano con gli Stati Uniti per il dislocamento delle truppe russe al confine dell’Ucraina e per l’espulsione di due diplomatici russi da parte di Berlino.
E sono gli Stati Uniti che stanno correndo in soccorso dell’Unione Europea, secondo quanto riferisce Bloomberg. Sono in totale una trentina le navi cargo che in queste ore stanno attraversando l’Atlantico trasportando Gnl, ovvero gas naturale liquefatto per compensare i minori flussi. E questo quando l’Europa di gas ne produce sempre meno, con le previsioni che ci dicono che ce ne sarà bisogno sempre di più e che quindi a crescere sarà solo il bisogno. A meno che. A meno che non si affermino le rinnovabili. E a meno che non crolli il tabù del nucleare.