La Corte di assise di Palermo ha assolto il senatore Marcello Dell’Utri e i carabinieri del Ros Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. Pena ridotta al boss Leoluca Bagarella. In primo grado la Corte di assise, aveva condannato a 28 anni di carcere il boss, a 12 anni lo stesso Dell’Utri e gli ex carabinieri del Ros Mario Mori e Antonio Subranni e Antonino Cinà, medico di Totò Riina. Condannati a 8 anni l’ex capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno e Massimo Ciancimino, figlio di Vito, poi stralciato e prescritto. Danila Subranni, figlia dell’ex ufficiale del Ros Antonio Subranni, ha rilasciato un commento che riproduciamo integralmente.
“Grazie alla conoscenza profonda che ho del rigore etico di mio padre, grazie alla famiglia, agli amici, ai miei colleghi, non ho mai avvertito la necessità di una riabilitazione del mio cognome, scandito sempre a chiare lettere, a voce ferma, in ogni ambito istituzionale in cui ho lavorato. Si riabilitino gli altri, se possono, si riabilitino coloro che negli anni, a processo in corso, a vario titolo e livello, hanno leso mio padre, la sua indiscutibile appartenenza allo Stato, colpendolo al cuore irrimediabilmente, ferendo la vita di mia madre, la mia e quella di mio fratello. Per quel che ci riguarda, chiederemo che ne rispondano a uno a uno, nei modi possibili che la Legge ci consentirà di perseguire. In base al principio di garanzia che vale per tutti: chi sbaglia, paga. Ha vinto l’uso “creativo” della giustizia, che ha coinvolto un servitore dello Stato, la torsione della verità per fini ambigui, in ultimo per una vana gloria, peraltro mai raggiunta da coloro che sulla condanna di mio padre avevano investito. Uno per tutti voglio ricordare con orgoglio un attacco che è stato scritto con disprezzo e che, invece, conteneva una bellissima verità: sì, é vero, noi siamo una famiglia di Stato“.
foto, Barbara Bonanno