Se l’onorevole Fini, cresciuto politicamente con i nostalgici della Repubblica sociale, ha fatto il presidente della Camera, inutile scandalizzarsi che Ignazio La Russa sia presidente del Senato. L’albo di famiglia è più o meno lo stesso. Fini disse che il fascismo fu il male assoluto e l’onorevole La Russa allora nel partito di Fini prendeva a scapaccioni i vecchi militanti che facevano il saluto romano. Magari ha persino tirato uno schiaffo a suo fratello. Di fatto nessuno dei due presidenti ebbe rapporti diretti con il regime della Repubblica sociale quando abbiamo avuto cariche istituzionali che hanno sostenuto la repressione ungherese ed i crimini dell’Unione sovietica senza nessuno che si indignasse. Per lo meno Fratelli d’Italia esprime una posizione netta contro l’invasione russa dell’Ucraina e contiamo che non la modifichi.
La questione politica è un’ altra, ovvero se conveniva uno strappo tanto palese della presunta maggioranza sulla presidenza del Senato, ovvero se Fratelli d’Italia non dovesse ritenere di pagare dazio sul piano istituzionale a chi della coalizione rappresenta il partito popolare europeo e di fatto alla fine del secolo scorso ha consentito il processo di costituzionalizzazione della destra post fascista, ovvero Silvio Berlusconi e Forza Italia. Questo non solo per una semplice ragione numerica, senza Forza Italia, la destra non ha la maggioranza, ma per una ragione politica più generale, ovvero le relazioni pericolose che possono caratterizzare un governo italiano schierato con tutte o quasi le opposizioni europee. In una parola non ha particolare risalto che Fratelli d’Italia sia solidale con Vox, ma che la Spagna è guidata dal Pse. Non abbiamo compreso quali siano esattamente oggi i rapporti tra Fdi e Marine Le Pen, in ogni caso la Francia ha una presidenza Macron. E quali che siano i riferimenti politici tedeschi dell’onorevole Meloni, la Germania è governata dallo Spd e sembrerebbe dalle elezioni politiche parziali che lo resterà piuttosto a lungo. Di fatto l’onorevole Meloni è amica del solo governo ungherese e di quello polacco, che parte dell’Unione europea vorrebbe cacciare. Questo è il problema, ovvero che il governo italiano si ritrovi presto isolato e per non esserlo abbia bisogno dei buoni uffici di Mario Draghi, del presidente Mattarella ed anche di Silvio Berlusconi.
Al momento tali questioni non sembrano preoccupare l’onorevole Meloni. Il presidente del Consiglio in pectore rischia di assomigliare alla vispa Teresa della filastrocca, tutta contenta di aver preso una farfalletta da non accorgersi di inciampare e farla volare via. E’ vero che sembrerebbe già essersi formata una qualche area esterna alla maggioranza, che ha ottenuto persino il ringraziamento esplicito del presidente eletto. Sarebbe però molto rischioso contare su qualcosa di politicamente indefinito che se potrebbe essere sostitutivo di qualsiasi componente riottosa interna alla maggioranza, potrebbe anche limitarsi al sostegno istituzionale per poi far mancare l’appoggio di governo.
Vi è un solo motivo per credere che il senatore Renzi, nonostante le sue dichiarazioni, abbia contribuito all’elezione del presidente La Russa, che non è quello di aggiungersi all’area di governo, ma di dividerla per rendere quel governo irrealizzabile
foto dal sito istituzionale del Senato della Repubblica