Quali che possano essere i risvolti penali, se mai ce ne saranno, alle dichiarazioni in aula dell’onorevole Donzelli, c’è un aspetto che resta rilevante della vicenda. Fu il ministro della Giustizia Cartabia a decidere su indicazione dei magistrati inquirenti, presumibilmente, di sottoporre l’anarchico al regime 41 bis e nessuno ebbe nulla da ridire. Il signor Cospito per la maggioranza dell’opinione pubblica era un illustre sconosciuto. Il caso Cospito è montato solo quando questo personaggio ha deciso di iniziare uno sciopero della fame che perdura oramai da più di cento giorni e dunque viene assistito e controllato, altrimenti Cospito sarebbe già morto. Con le condizioni di salute di un condannato a rischio è subito scattata una catena di solidarietà diffusa e si comprende benissimo, l’umanità innanzitutto. Resta il fatto che il 41 bis, non è una pena ma semplicemente una misura carceraria, per cui le forze politiche che sostenevano il ministro che l’ha comminata avrebbero potuto opporsi, ad esempio sostenendo che i magistrati si sbagliavano, che non c’erano ragioni di sottoporre Cospito ad un simile regime detentivo. Nessuno dice nemmeno oggi che quella decisione fu un errore, si contesta il regime in quanto tale, non la decisione presa e quindi anche coloro che vorrebbero Cospito esentato dal 41bis, non si sentono di affermare che egli non fosse a tutti gli effetti pericoloso.
Lo Stato dovrebbe dunque modificare le sue decisioni non sulla base della legge ma delle reazioni dei soggetti che alla legge sono sottoposti. Se Cospito non avesse protestato, nessuno si sarebbe accorto della sua situazione. La protesta di Cospito ha preceduto, diciamo casualmente, l’arresto di Matteo Messina Denaro e questo comporta un problema aggiuntivo. Matteo Messina Denaro sarà sicuramente e senza discussione alcuna, sottoposto allo stesso regime carcerario di Cospito e come sappiamo, a contrario di Cospito che senza sciopero della fame starebbe benissimo, Messina Denaro è malato, malatissimo, si è letto che potrebbe avere persino pochi mesi di vita. Senza contare che diversi pentiti o non pentiti di mafia, sospettano che Messina Denaro si sarebbe consegnato allo Stato sua sponte, proprio per questa ragione. Al che sorge una domanda inevitabile, se lo Stato si mostra umanitario con Cospito, creando il precedente di sospendergli il 41 bis, bisogna salvare la vita prima di far rispettare la giustizia, come si potrebbe poi pretendere che lo stesso principio non venisse esteso anche a Matteo Messina Denaro, già considerato in fin di vita. Non c’è bisogno di sapere degli eventuali contatti fra Cospito e i mafiosi in carcere per capirlo.
In questi giorni si è sentito dire che la mafia sa fare bene la mafia, quando lo Stato non sa fare lo Stato. Ed è esattamente questa l’aspettativa su cui confida Denaro e gli affiliati della sua organizzazione. Basta che Cospito ottenga quella che chiede i mafiosi saranno soddisfatti sicuramente più degli anarchici. Se come riteniamo di aver compreso dalle parole del ministro Nordio, il governo non si farà suggestionare dalle pressioni di Cospito, lo Stato almeno per una volta farà lo Stato.
foto della galleria del ministero della Giustizia