Un comune cittadino sarà propenso a credere che il governo abbia varato il protocollo albanese preda della disperazione. Altrimenti come spiegarsi il non avere nemmeno un’idea precisa dei costi, tanto che il ministro degli Esteri ha dichiarato che si spenderà comunque meno del superbonus, ovvero di una misura, che secondo lo stesso governo, avrebbe messo da sola in crisi le risorse finanziarie dello Stato. Evidentemente, e non è la prima volta, il ministro degli Esteri è lo stesso che vorrebbe un governo più autorevole di quello in cui siede lui, non si sa cosa si dice. Soprattutto non si sa cosa si fa.
La particolarità del protocollo sui migranti è che saranno trasferiti in Albania coloro che vengono raccolti in acque extraterritoriali ed extraeuropee. Bisogna quindi auspicare che il governo sia in grado di monitorare il mare mediterraneo giorno e notte perché non saranno certo le Ong a voler poi scaricare in Albania i migranti salvati. Intanto perché le Ong li hanno sempre scaricati sulle più vicine coste italiane, poi perché saranno gli stessi migranti a fare pressione per venir portati in Italia. Anche se le Ong fossero integerrime nei loro rendiconto per le nostre autorità, nessuno potrebbe più fidarsi delle Ong senza il necessario rilievo satellitare, che anche potrebbe essere contestato. Se si vuole essere sicuri di trasferire poi davvero qualcuno in Albania, occorrerà lanciare la nostra guardia costiera in una sfida con le Ong pattugliando le acque extraterritoriali, intercettando i barconi con i clandestini e trasferirli verso le sponde di Durazzo e Tirana. Il governo ha pensato ai costi di benzina? Bisognerà infine valutare come la nostra marina, che ha sempre operato nei limiti delle acque di casa, saprà intraprendere un tale compito, Dio non voglia che si realizzino incidenti, anche di tipo militare, dal momento che il governo non prende in considerazione nemmeno ipotetiche reazioni degli scafisti. Quei signori potrebbero attrezzarsi per evitare che i migranti vengano intercettati prima di essere giunti nelle nostre acque. Il governo ha pensato ad eventuali contromisura per gli scafisti che incassano proventi per per far arrivare i migranti in Italia e non per farli trascinare in Albania.
Vero è che il governo di questa vicenda non contempla un bel niente. Tutte le strutture che sarebbero predisposte per i migranti trasportati in Albania al momento sono “fatiscenti”, secondo lo stesso governo. Invece secondo servizi giornalistici che si sono occupati della questione, le strutture non esisterebbero proprio, si stanno ancora individuando gli spazi. Ammettiamo pure che i locali fatiscenti descritti dal governo esistano. In quanto tempo saranno disponibili per una accettabile funzione di accoglienza? Non proprio una domanda insignificante, dal momento che potrebbero scoppiare delle rivolte in dette strutture e il protocollo non dice nulla sulle le forze di sicurezza impiegate. Si sa solo che quelle albanesi, hanno una competenza esterna, e pure il governo non ha idea nemmeno di quanti agenti e di quali armi predisporre all’interno. Il governo come ritiene di poter controllare dette strutture nel caso emergessero delle problematicità con gli occupanti? Manco dei dilettanti si ridurrebbero a lasciare insolute tali questioni.
Lasciamo perdere tutta la procedura legale in remoto che si deve assicurare ai migranti trasferiti oltre frontiera. Le potenti connessioni digitali faranno benissimo il loro lavoro, l’Albania è tecnologizzata. Sono i problemi relativi alla gestione in mare e sul territorio di gente disperata a non essere nemmeno stati impostati. Eppure il governo appare serafico nella strada intrapresa, un modello, appunto a cui del resto, altri paesi guarderanno, come ci è stato detto con estremo interesse. Non c’è dubbio alcuno. L’interesse di vedere un nuovissimo clamoroso fallimento italiano.
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