Non era mai accaduto che un esponente della comunità ebraica denunciasse un intero partito presente nel Parlamento della Repubblica di antisemitismo come pure è successo. Accusa tanto grave e pesante che davvero non poteva essere ignorata. Soprattutto in un momento così turbolento il giudizio del presidente della comunità ebraica milanese, potrebbe essere appannato e distorto, dovuto ad una valutazione sbagliata. In questo caso nulla sarebbe stato meglio per dissiparlo dal promuovere una manifestazione pro Israele. Il partito che ha subito questa infamante accusa ha una certa confidenza con la mobilitazione di piazza e confida persino su un leader capace di riempire i teatri. Una simile forza avrebbe subito potuto convocare una manifestazione a sostegno del martirio del popolo ebraico e zittire anche il minimo sospetto a riguardo di un possibile antisemitismo. Nel caso in cui poi questo non si potesse fare, iniziano i primi freddi, i teatri sono pieni, Beppe Grillo è in Cina, il capo politico di quel partito poteva semplicemente scrivere all’esponente della comunità ebraica, spiegargli che prendeva fischi per fiaschi e chiedergli un incontro dove gli avrebbe illustrato quanto di meraviglioso egli avesse fatto per l’ebraismo nel mondo da presidente del Consiglio e quanto ancora avrebbe potuto e voluto fare. Invece di tutto questo, tempo 48 ore il capo politico del movimento che non si ritiene certo antisemita, ha annunciato una querela al presidente della comunità ebraica di Milano. Cioè ha dato addosso ad un ebreo per le sue opinioni, sbagliate o giuste che fossero.
Purtroppo anche vincendo la causa in tribunale, non ci sarebbero ragioni per scagionare questa forza politica e il suo capo. I giudici potrebbero constatare che mancano gli elementi per pronunciare una tale squallida accusa, non valutare i sentimenti autentici della forza politica accusata. Di concerto i rapporti con la comunità ebraica portata in tribunale, si logorerebbero necessariamente. In un momento di consapevolezza di tanto impiccio, il capo politico di questa forza ha dichiarato con una frase sintatticamente e logicamente un po’ confusa che egli se si trovasse ad una manifestazione in cui dovessero essere presenti “ambiguamente” dei sostenitori di Hamas, non potrebbe parteciparvi. La frase suona infelice perché se già fosse presente alla manifestazione come farebbe a non parteciparvi?, è presente! Ammesso che questo profondo conoscitore del senso della lingua italiana volesse dire che avrebbe lasciato la piazza di fronte alla presenza di Hamas, anche qui non si capisce bene cosa voglia dire la parola “ambiguamente”, ma pazienza. Ci mancherebbe solo che un capo di una forza politica della Repubblica democratica manifestasse accanto ad una organizzazione terroristica e giudicata come tale da tutti i paesi occidentali. Mai partecipasse andrebbe incriminato, altro che andarsene a casa. Il problema è che con questa dichiarazione emerge chiaramente che egli intende partecipare alle manifestazioni pro Palestina e poi ci spiegherà come riuscirà a distinguere la presenza ambigua o non ambigua di Hamas, dal momento che Hamas rappresenta pienamente il cosiddetto popolo palestinese.
Ancora Israele soffocata dal sangue dei suoi morti raduna l’esercito per estirparla Hamas e per riuscirvi ha isolato la città di Gaza che avrebbe potuto già radere al suolo. Non fosse appunto che Israele vuole salvare la popolazione che pur non dissentendo da Hamas non ci si identifica, sperando che lasci l’abitato, che se Hamas impedisce questo esodo, si crei un attrito fra popolazione ed Hamas, che pure non si vede. Si sono visti invece i cittadini di Gaza sputare sui cadaveri degli ebrei, e fino a questo momento l’esercito di quegli ebrei telefona a quei cittadini per avvisarli di evacuare il palazzo che verrà abbattuto.
Poichè Israele intende reagire in Italia già si sono riempite le piazze per protestare contro il sopruso di Israele, a Milano, a Torino, a Firenze a Cagliari, a Trieste ci si è radunati per dare dell’assassino all’ebreo, del “serial killer”. Israele è una vittima e già la si dipinge come un carnefice. La rappresentazione plastica di questa situazione viene riprodotta dai programmi televisivi, in uno di questi, quattro ospiti ed il conduttore, tutti d’accordo a gettare la responsabilità del conflitto in medio oriente su Israele, del diritto palestinese alla violenza. Formigli si è persino riconciliato con Bettino Craxi. Per cui se Israele è responsabile, ha ragione Hamas che vuole sbarazzarsene ed è questo quello che si manifesterà nelle prossime settimane nelle piazze e nelle vie d’Italia, non per la pace, ma per cacciare gli ebrei dalla benedetta Palestina. Quando anche il partito che è già stato accusato di antisemitismo scenderà al fianco di queste brave persone, sarà bene che disponga di una sentenza di tribunale che gli attribuisca la patente che non si può tacciare di antisemitismo. Se la cucissero sulla giacca ben in vista questa patente per cui non gli si può dare dell’antisemita.
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Grazie Riccardo, dal mio punto di vista, come al solito, perfetto.
Piero