Una società che vuole difendere le sue donne senza necessariamente, richiuderle in casa e nasconderle con il velo, o il burka, deve compiere uno sforzo culturale formidabile. Proporre, come è stato fatto, un’educazione sentimentale nelle scuole o quello che vogliamo, può andare benissimo anche se in concreto L’Educazione sentimentale è solo un libro di Flaubert e fuori dal testo di Flaubert, non si chi possa trattare degnamente una simile materia. Magari sostituiamo I Promessi sposi del Manzoni, dal momento che verrebbe da credere, vedendo i dati sul femminicidio che i maschi italiani a scuola abbiano più sognato di uccidere Lucia, che di sposarla.
La vicenda straziante consumatasi tragicamente a Vigonovo, offre purtroppo un’attenzione spasmodica dei media e l’esigenza di una qualche spiegazione di ordine generale. Magari insieme al libri di Flaubert, si potrebbe introdurre anche Padri e Figli di Turgenev e perché no, visto che ci siamo, l’intera opera di Freud. Purtroppo non è detto davanti a casi simili che l’ impegno formativo sia sufficiente. Anche perché il ritardo da colmare è di quasi 50 anni. Risale al 1975 il caso tragico e devastante di femminicidio, commesso al Circeo ed è questo che si trova alla base della continua scia di delitti negli anni. Il presunto capo della Banda del Circeo, Andrea Ghira è riuscito a scappare e secondo quanto è stato detto sarebbe morto dopo una vita in fuga, ovvero, Ghira si è assicurato l’impunità, nessuno ha saputo catturarlo e non sappiamo nemmeno se qualcuno ci abbia davvero provato. Gianni Guido arrestato era scappato in Argentina dove si era messo ad allevare polli come Himmler. Catturato nuovamente nel 1994, grazie all’indulto del 2009 ha scontato la sua pena ed è tornato in libertà. Ha avuto la buona grazia di sparire. Angelo Izzo invece è diventato quasi subito un fenomeno di cronaca, lo si andava ad intervistare in carcere e lo si proiettava in televisione, quella di Stato. Si volevano mostrare i segni di pentimento o quello che erano, morale Izzo è tornato in libertà vigilata, e subito ha ucciso altre due donne, una poco più di una bambina e ancora oggi rilascia interviste alla stampa. Fattisi due conti, qualcuno potrebbe essere indotto ad uccidere una donna tanto per farsi una notorietà.
Dispiace sempre assumere un profilo arcigno, eppure forse la prima cosa da cui bisognerebbe partire davanti al delitto è la certezza della pena. Il recupero educativo a caso avvenuto, serve all’animo del criminale, non della povera vittima. Poi forse bisognerebbe rompere il mito dell’eguaglianza e differenziare i reati. Quello commesso contro le donne, spesso fisicamente più fragili, merita parametri molto più severi. Chi colpisce una donna, non può essere trattato come chi commette un qualunque altro criminale, solo i crimini contro l’infanzia sono peggiori e questi sembrerebbero comunque più limitati. Come si fa a credere nella certezza e del rigore necessario della pena, quando uno vede quanto avvenuto ai bravi ragazzi del Circeo? Verrebbe da credere piuttosto che qualcuno sia indotto ad imitarli. Se i magistrati non sono in grado di contenere le azioni di gente come Izzo, per lo meno lo seppelliscano una volta per tutte i giornali. Gente di quel tipo va seppellita subito e definitivamente. Invece torna in giro e tiene pure la lezione. Se non si sa intervenire subito con la necessaria determinazione educhiamo pure sentimentalmente come meglio si creda, comunque ci troveremo sempre punto e a capo. Chissà, forse bisognerebbe introdurre nelle scuole anche la lettura di Soren Kierkergaard, La malattia mortale.
Credo sia il primo articolo che abbia il coraggio di dire la verità..