Nel documento conclusivo del Consiglio dell’Unione europea, si legge di una necessità “imperativa” di preparare i cittadini Ue al rischio di guerra “in vista di una futura strategia di prontezza”. Tradotto in italiano, sempre che un testo del genere sia traducibile, l’Unione europea dice semplicemente di non essere pronta, non alla guerra, come era ovvio, ma nemmeno alla sua prospettiva futura. Eppure è proprio questa che teme il Consiglio europeo, la guerra per cui non si è pronti. Lo spettacolo è degno di una commedia di strada. Ursula von der Layen entra in scena dicendo, bisogna incrementare la produzione di armi e Borrell risponde di abbassare i toni, il ministro della difesa tedesco, annunzia che la Germania sarà attaccata nel 2027 o al massimo nel 2028. Macron propone di valutare l’invio dei soldati? Il presidente del Consiglio italiano replica che non se ne deve nemmeno parlare. Orban lesto si congratula con Putin per la rielezione Gli ungheresi sono stati bastonati dai russi nell’800, nel ‘900 e poiché siamo in un nuovo secolo, non c’è due senza tre. Un alto funzionario, rimasto anonimo, avrebbe invitato ad affrontare “seriamente” il problema del bilancio per gli armamenti, che appunto non è serio. Il tutto davanti al segretario delle Nazioni Unite che fra Gaza, Kyiv e lo Yemen, non si sa più che cosa ci stiano ancora a fare.
Zelensky ha constato l’umiliazione di un’ Europa incapace anche solo di fornire munizioni e appare Gulliver circondato dai lillipuziani. Niente soldati, niente armi e nemmeno munizioni. Continuiamo così e il poveretto finisce per ritrovarsi russo prima e poi sotto terra, come Navalny. Faremmo meglio a dire che nessuno ci obbliga noi europei occidentali a sostenere l’Ucraina cosacca, ammettiamo di essere dei burloni e invitiamola alla resa perché altrimenti è da matti pensare che l’Ucraina possa contrapporsi da sola alla Russia. Proponiamo l’onorevole Giuseppi Conte presidente della Commissione, o almeno del Consiglio e riscopriamo la nobile tradizione e vocazione del negoziato con chi ti punta un missile alla testa. Caliamoci le braghe. Putin è buono, ce lo abbassa sicuro il prezzo del gas. Questo l’avanspettacolo offerto dall’Europa. Gli altri partner dell’Est sono rattrappiti. I bulgari hanno fatto sapere che potrebbero resistere ai russi meno di 24 ore, gli estoni, solo quattro. A Varsavia, stanno scavando rifugi antiaerei. Il bello è che sono tutti convinti che la Russia si prepara ad attaccare, ma non subito, fra un paio d’anni. Passiamo questo intertempo allegramente. Se Putin avesse qualche capacità militare, lascerebbe l’Ucraina e penetrerebbe in Germania immediatamente, da Kaliningrad dove nessuno si preoccupa di farlo sloggiare. Un solo giorno, una sola divisione e sarebbe a Berlino prendendo l’intero governo tedesco come ostaggio, che per dirla con Trump, se lo meriterebbe.
Grazie a dio come sempre ci sono gli americani che hanno già messo le mani avanti. Cade l’Ucraina e sarà guerra con la Russia e infatti per la prima volta una delegazione della Nato si è presentata a Kyiv. Meglio evitare lo scontro diretto tutto sommato. Lo stesso consigliere di Stato Sullivan ha detto che si troverà una mediazione al Congresso per fornire gli aiuti. ma su questo bisogna essere realisti, l’America è riluttante a dare armi pesanti all’Ucraina, altrimenti gliele avrebbe già date. In compenso la marina Usa ha testato per la prima volta un missile supersonico nel pacifico, ed occhio perché quelli americani arrivano a destinazione, quelli russi ci sono frammenti sparsi ovunque. Il premier lituano Kallas ha infatti detto che Putin teme la Nato e a ragione. La guerra fredda l’ha vinta la Nato, mica la Russia e questo deve essere anche il retropensiero che anima leader europei tanto balbuzienti. Capita l’antifona, Macron ha fatto circolare le foto in cui indossa i guantoni. Senza trasformarci tutti in boxeur, un minimo di disciplina e di rispetto per se stessi, in momenti simili, sarebbero opportuni. Per ora mancano pure questi.
galleria della presidenza del Consiglio dei ministri