La prima cosa che viene da dire al presidente del Consiglio è di mettere la Rai subito sul mercato, pezzo a pezzo, e mantenere il canone solo per un canale di informazione e cultura privo di pubblicità. Varrebbe la pena per lo meno di pensarci per il dispendio di risorse e il cattivo uso della lingua italiana che si predica nell’Azienda. Avemmo lo stesso suggerimento per il governo Berlusconi, ma per carità, sembrava che volessimo avvantaggiare la concorrenza! Il punto è che lo Stato non deve essere concorrente di un privato deve fornire un altro prodotto non riproducibile per il privato, al contrario la Rai ha finito per assomigliare alle televisioni di Berlusconi, a costo dei cittadini. Il problema dell’uso del maschile o del femminile è ridicolo in confronto all’abitudine dei giornalisti Rai di chiamare il presidente del Consiglio, “premier”, termine che altera completamente il dettato costituzionale. La Costituzione della Repubblica prevede un presidente del consiglio, non un “primo ministro”, il “premier inglese”, insomma. La differenza si pone nel fatto che il governo indica una collegialità decisionale un “primus inter pares”, tanto che a lungo la democrazia cristiana per sottolineare questa impostazione si preoccupò persino di distinguere la segreteria del partito dalla presidenza del Consiglio e quando dopo De Gasperi si ritrovò De Mita a Palazzo Chigi lamentò il doppio incarico. È chiaro poi che nel momento nel quale il leader del partito di maggioranza relativa diventa il presidente del consiglio, questa carica assuma maggiore rilievo ma lo assume sotto il profilo politico non costituzionale. Ne consegue che quello che appunto i democristiani doc chiamavano doppio incarico consente un margine di incisività maggiore al presidente del consiglio che rimane comunque tale fino a quando vige l’attuale costituzione. Per cui se si vuole invece un “premier” vero e proprio si cambi la costituzione, quello che non è sopportabile ulteriormente è la confusione.
Il nuovo governo ha bisogno di avere idee chiare sin dal primo momento perché ci sembra che l’onorevole Meloni ne sia consapevole, ha un compito particolarmente gravoso e non siamo in grado di dire oggi, come crediamo non possa dirlo nemmeno il presidente del Consiglio, se dispone di strumenti adatti per conseguirlo. Nel lungo colloquio con Mario Draghi, il presidente del Consiglio uscente ha invitato l’entrante a mantenere e stringere il filo con il resto della comunità europea. E’ l’aspetto principale che riguarda il governo, lasciamo da parte il sovranismo e dimostriamoci capaci di assumerci le nostre responsabilità, evitando di restare isolati nel continente.
Apprezzeremmo il nuovo governo se fin dal primo momento lasciasse da parte ogni tentazione divisoria nei confronti dell’Unione europea, soprattutto dato che la stessa onorevole Meloni chiede, giustamente, agli italiani di mostrare unità davanti alle difficoltà che ci attendono. Sia dunque il governo a dare immediatamente il buon esempio.
foto ufficiale dal sito della presidenza del Consiglio