Nella prima parte dell’inchiesta sulla compagnia privata militare Wagner abbiamo delineato la zona grigia entro la quale il gruppo agisce. I mercenari di fatto vengono usati dalla Russia come strumenti di guerra ibrida, una strategia non lineare che lo Stato adotta per contrastare gli avversari e per colpirli in maniera non convenzionale. Analizzeremo ora chi c’è dietro l’organizzazione militare e quale ruolo ha svolto nei vari scenari di guerra.
È possibile fare solo delle ipotesi su chi realmente finanzi il Gruppo Wagner: è presumibile pensare che dietro questa compagnia militare si celi direttamente il Ministero della Difesa russo, ma tra i nominativi che compaiono nell’analisi dell’organizzazione emerge quello di Yevgeny Prigozhin, soprannominato “lo chef di Putin”, già sanzionato da Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito. L’oligarca Prigozhin, nasce nel 1961 a San Pietroburgo e trascorre quasi tutti gli anni Ottanta in prigione per reati legati alla criminalità organizzata. Una volta uscito inizia a vendere hot dog in strada e da lì a poco inizia la sua ascesa. Assieme ad alcuni soci apre una catena di ristoranti e negli anni Duemila vince appalti per la fornitura di catering per l’esercito, la polizia, le scuole e gli ospedali ed il Cremlino, dai quali ricava almeno 2,2 miliardi di dollari. Trae dunque profitto da un’ampia platea di clientela che va dagli studenti di Mosca e San Pietroburgo ai soldati, fino al personale dell’Emercom (Ministero delle situazioni di emergenza). Allarga poi il suo business alla manutenzione delle caserme ed alle nuove costruzioni militari. Solo tra il 2010 e 2016 si aggiudica più di 750 contratti statali. Il suo apice però lo raggiunge nel 2012 quando vince un contratto biennale da 1,6 miliardi di dollari per l’approvvigionamento di oltre il 90% dei pasti dei soldati russi.
Accanto a questi interessi nei campi economici più tradizionali, sono attribuite a Prigozhin iniziative nel settore del cyber warfare, come le note fabbriche di troll a San Pietroburgo, tra le quali la Internet Research Agency (alias Olgino Troll Factory), accusata di aver interferito nelle presidenziali americane del 2016, nell’inchiesta sull’abbattimento del volo MH17 in Ucraina e nella campagna per la Brexit. Prigozhin gode inoltre del sostegno personale di Vladimir Putin, il quale partecipa all’inaugurazione della sua Concord Catering a San Pietroburgo. Le sue aziende inoltre vincono 15 delle 16 gare di appalto per la fornitura dei pasti agli ospedali di Mosca, ricavando così 116 miliardi di dollari. Tali enormi somme, unite ai mezzi finanziari assegnati all’imprenditore da esponenti del deep state russo, potrebbero essere state utilizzate per l’organizzazione ed il finanziamento della Pmc Wagner. Un altro collegamento tra le società di Prigozhin ed il gruppo Wagner emerge nel 2016: come brevemente accennato nel precedente articolo la PMC opera con successo in Siria, sotto la copertura giuridica della società Evro Polis, di proprietà di Prigozhin, che conclude accordi con il governo di Damasco, firmati da Ali Ghanem, ministro siriano del petrolio e delle risorse minerarie ed Alexander Novak, ministro dell’energia russa. Di fatto viene permesso all’azienda di assumere il controllo di un quarto del petrolio siriano e delle risorse naturali di gas.
Nel 2017 la Evro Polis è rilevata da Oleg Erokhin, ex membro dell’Unità Speciale di risposta rapida (SOBR) e capo del Ministero dell’Interno russo del distretto federale nord-occidentale ed attualmente è coinvolta in attività che spaziano in diversi rami dell’economia siriana, come ad esempio l’attività di gestione delle infrastrutture elettriche. Altro legame interessante tra Prigozhin ed il gruppo Wagner si è manifestato nell’estate del 2018, quando è stata eretta una cappella commemorativa dei membri Wagner uccisi in Siria vicino alla città di Goryachy Klyuch (Krasnodar Krai), a 20 chilometri da Molkino (principale centro di addestramento Wagner). I lavori di costruzione della cappella sono stati commissionati alla società di costruzioni Megalain St. Petersburg (che ha costruito anche alcuni edifici per il il Ministero della Difesa) di proprietà dello stesso Prigozhin il quale agisce come uomo ombra dell’establishment russo, ottenendo in cambio contratti con lo stato tramite società ben consolidate: un do ut des in cui tutti gli attori coinvolti negano collegamenti con il gruppo Wagner, il quale da parte sua consente una proiezione di influenza russa a basso costo in Medio Oriente ed Africa.
La prima apparizione di esponenti della Wagner avviene in Ucraina dell’est nella primavera del 2014, nella zona del Donbass dove questi mercenari si rivelano non solo un supporto chiave per le milizie locali, ma anche un attore primario nelle azioni volte a destabilizzare le strutture del potere ucraino, portando così alla paralisi le autorità locali grazie al sequestro degli arsenali militari ed al controllo delle vie di comunicazione strategiche. Nell’ottobre del 2017, il capo della sicurezza ucraino, Vasyl Hrytsak, dichiara che i militari wagneriani sono stati direttamente responsabili della distruzione di un aereo da trasporto militare IL-76 nell’Ucraina orientale (giugno 2014), nell’assalto dell’aeroporto di Donetsk e nelle operazioni di combattimento vicino a Debaltseve.
Dopo la comparsa in Ucraina l’esercito privato vola in Siria per combattere con le truppe governative di Bashar al-Assad e dell’esercito russo, contribuendo alla riconquista di Palmira e prendendo quindi parte ad operazioni contro l’Isis. Sono stati protagonisti anche della battaglia a Deir ez-Zor presso la centrale di gas di Conoco, nella quale sono stati stimati dalle cento alle duecento perdite di mercenari
In seguito è stata loro affidata la sicurezza degli oleodotti e dei giacimenti petroliferi, in cambio di una quota sui profitti. Si stima infatti che in Siria i combattenti abbiano guadagnato circa 2.300 dollari al mese, contro i 1.200 dollari dell’Ucraina. I feriti sono stati invece indennizzati con 4.600 dollari, mentre in caso di morte i famigliari hanno ottenuto circa 35.000 dollari.
Successivamente alla Siria il gruppo Wagner viene impiegato in diversi paesi africani: tra il 2019 ed il 2020 si unisce al Libyan National Army (Esercito nazionale libico) del generale Khalifa Haftar, partecipando al fallito assedio di Tripoli ed all’offensiva contro il premier Fayez al-Serraj e il suo governo di accordo nazionale. Sempre nel 2019 i mercenari russi collaborano con il governo del presidente Filipe Nyusi (Mozambico) per reprime le milizie jihadiste di Al-Shabaab, legate all’Isis, nella regione di Cabo Delgado, ricca di pietre preziose e gas naturale. Nell’agosto dello stesso anno Nyusi vola a Mosca per siglare con Putin accordi di cooperazione su energia e sicurezza. Nel 2017 nella Repubblica Centrafricana invece il gruppo Wagner interviene a supporto del presidente Faustin-Archange Touadèra, per fermare un’insurrezione di ribelli. Dal quel momento la scorta del presidente viene gestita direttamente dai russi e nel 2018 diventa consulente speciale alla sicurezza nazionale Valery Zakharov, ex agente dei servizi segreti a busta paga di Prigozhin.
Lo schema, dunque, è sempre il medesimo: i servizi offerti dalla Pmc Wagner vengono ricambiati con contratti per la sicurezza delle miniere di oro e diamanti e con concessioni esplorative nei giacimenti, stipulate con aziende collegabili all’oligarca russo Prigozhin. Analoga strategia è stata impiegata ad inizio 2022 in Mali dove, contestualmente al ritiro delle truppe francesi presenti sul territorio dal 2013, il gruppo Wagner è intervenuto per addestrare le forze locali e combattere le milizie jihadiste di Al-Qaeda e l’Isis nel Sahel. In realtà l’intervento dei mercenari comprende anche campagne di disinformazione, come ad esempio la divulgazione di sondaggi falsi e propaganda pro-governativa e lo sfruttamento di risorse naturali. Le divisioni dei militari fantasma ricevono dunque concessioni a seguito di negoziati intergovernativi ufficiali e firmano contratti per l’estrazione di oro e petrolio a livello internazionale attraverso società a loro affiliate, come la Lobaye Invest che opera nella Repubblica Centrafricana e la Evro Polis attiva in Siria.
Subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina, già a fine febbraio del 2022, sarebbe iniziato da parte della Wagner il reclutamento di mercenari da inviare nei territori occupati, anche attraverso i canali Telegram e quasi tutte le restrizioni che esistevano prima del conflitto sono decadute. La Wagner ha reclutato a Molkino indiscriminatamente tutti i volontari che si presentavano, anche quelli sulle black list. Fino ad alcuni mesi prima dello scoppio della guerra nessuno poteva entrare nella Pmc se non i russi nati entro i confini del Paese prima del 2014, mentre ora vengono reclutati anche coloro che provengono dalle autoproclamate Repubbliche dell’O.r.d.l.o. (territori temporaneamente occupati dall’Ucraina), i residenti della Crimea occupata e persino gli stranieri. A parlare è l’ex combattente Marat Gabidullin entrato a 48 anni nella Wagner Group, dopo tre anni di prigione per omicidio. Gabidullin ammette che la Pmc è meno attenta alla fedina penale e che i generali dell’esercito russo ottengono promozioni basate sui successi della Wagner, e dichiara: “Qualcuno in Russia dovrà parlare prima o poi”.
Analizzando i vari scenari è evidente che il gruppo Wagner persegue obiettivi geopolitici, commerciali e militari perfettamente coincidenti con quelli del Cremlino. Non a caso i governi che si rivolgono alla compagnia militare lo fanno principalmente per le interconnessioni politiche e militari di alto livello che la stessa può vantare. Nel prossima parte dell’inchiesta vedremo meglio come, attraverso l’aggressione e la pressione esercitata su alcuni asset occidentali, il Cremlino sia in grado di generare vettori di influenza, ma anche spinte disgregatrici, nello spazio dell’Unione Europea.
Foto Teofilatto CC BY-SA 4.0