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Mens sana in corpore sano

Riccardo Bruno di Riccardo Bruno
19 Settembre 2022
in L'editoriale
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L’exploit di consensi per Fratelli d’Italia iniziò ad essere rilevato nel luglio del 2020, quando il governo Conte, beato lui, celebrava gli Stati Generali. Allora i sondaggi mostrarono per la prima volta Fratelli d’Italia a ridosso, se non addirittura sopra, un movimento 5 stelle che si era praticamente dimezzato già dalle europee precedenti. Entro la fine dell’anno, Fratelli d’Italia schiantava nei sondaggi il movimento cinque stelle mentre il Pd galleggiava intorno alla sua quota limite del 20, 21 per cento. A consolazione del partito democratico erano venuti successi importanti come in Emilia Romagna, dove pure si temeva il peggio. Se Fratelli d’Italia cresceva, la Lega mordeva il freno. In pratica, l’uscita dal governo di Salvini aveva premiato il solo partito della Meloni. L’entrata al governo del Pd non portava grandi risultati sul piano nazionale, le Marche erano perse, mentre il movimento cinque stelle che esprimeva la presidenza del Consiglio, sembrava cancellato dalla mappa elettorale.

Nel dubbio il partito democratico, dopo aver giurato che Conte era insostituibile, tempo un nano secondo, cambiò presidente del consiglio, maggioranza politica di governo e segretario del partito. Intestatasi la svolta, il Pd iniziò a crescere. L’onorevole Meloni arrestò la sua corsa. La Lega smise di cadere,  il movimento 5 stelle continuava a precipitare.  Dimessosi il terzo governo di legislatura, nei sondaggi per quello che valgono, tutto è cambiato. Fratelli d’Italia è tornata a salire, il Pd a flettere, come la Lega e Forza Italia.  Il movimento cinque stelle, con i toni di Capitan Fracassa, recuperava per la prima volta voti.

Questo quadro puramente ipotetico è preso molto sul serio dall’onorevole Letta che ieri si è detto convinto di come il Pd abbia invertito la tendenza e stia recuperando terreno. L’elettorato lo sosterrebbe nel suo sforzo di sconfiggere una destra pericolosa che una legge elettorale fortemente maggioritaria, hanno anche tagliato il numero dei parlamentari, rischia di rendere autosufficiente, mai vincesse le elezioni.

Tralasciamo le questioni tecniche di una legge elettorale voluta dal Pd e sostenuta da una riforma costituzionale votata dal Pd.  L’onorevole Letta le conosce sicuramente meglio di noi. Ci rimettiamo al solo punto politico. Se l’obiettivo è di sconfiggere la destra, perché il Pd ha rinunciato all’alleanza con Conte? Anche prendendo Calenda e senza volere Renzi, lo scarto stimato dei sondaggi tra il centrosinistra e la pericolosa destra arrembante sarebbe stato di almeno dieci punti a vantaggio di questa. Conte ha votato contro Draghi, vero. Ma il Pd costruita una doppia coalizione, una di governo con Calenda e la Bonino e una elettorale con Bonelli e Fratoianni, mai avesse vinto le elezioni avrebbe dovuto poi trovare una mediazione programmatica all’interno di tale guazzabuglio, esattamente come fece Berlusconi nel ’94 e quindi rivendicando per se stesso, per Letta in questo caso, la presidenza del Consiglio e tanti saluti a Draghi.

Forse che Letta temeva di avere nell’alleanza con Conte un qualche  svantaggio elettorale? Allora doveva puntare tutto sulla soluzione che aveva rilanciato i consensi al suo partito, l’agenda Draghi e confermare quella stessa leadership per sfidare una destra che non presenta più un candidato alla guida del governo.

Non avendo fatto né l’una cosa, né l’altra, Letta non recupererà voti piuttosto che perderne altri.  Per questo abbiamo puntato su un terzo polo per cercare di contenere il successo dato per scontato della destra. Se non riusciremo, avrà ragione Letta la destra andrà da sola al governo. Prepariamoci  al peggio per causa sua. I soldati russi sbarcheranno dai trimotori a Pratica di Mare, i nostri connazionali dovranno munirsi di autocertificazione per visitare i congiunti, e a coronamento della chiusura di cinema, ristoranti e teatri, sarà messo il coprifuoco. L’istruzione ed il  lavoro avverranno a distanza. I contatti nei luoghi pubblici possono rivelarsi sediziosi, magari rivoluzionari. Speriamo che almeno questa orribile destra lasci libero lo sport per quei poveri disgraziati di ragazzi precipitati nell’abisso di privazione delle libertà fondamentali che si prepara. Mens sana in corpore sano. Altrimenti ci sarebbe anche il rischio, con un governo Meloni e Salvini, di vedere i bambini legati ai monobanchi. Quei democratici di Conte e Boccia ce lo risparmiarono.

Foto ohergo

Tags: LettaMeloni
Riccardo Bruno

Riccardo Bruno

Riccardo Bruno si è laureato in Storia della Filosofia presso l'Università di Roma La Sapienza nel 1988. Dal 1987 al 1989 collabora all'Ufficio esteri del PRI diretto dall'onorevole Vittorio Olcese. Dal 1994 è capo ufficio stampa del PRI, dal 1995 giornalista professionista iscritto alla stampa parlamentare. Nel 1999 è capo redattore de La Voce Repubblicana. È stato poi editorialista per il Foglio di Giuliano Ferrara e l'Indipendente di Vittorio Feltri. Dal 2019 è prima vice direttore de La Voce Repubblicana e poi direttore politico

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