Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo testo dell’amico Roberto Lacchini del Pri di Ravenna
Parlamento e Governo appaiono impotenti e lontani dalla volontà popolare, mentre la giustizia non garantisce i diritti. L’impoverimento economico è unito ad un disorientamento valoriale che ha indebolito il tessuto sociale, a partire dalle grandi formazioni politiche di massa, non più capaci di aggregare e rappresentare le istanze popolari, passando dall’attacco all’istituto familiare che accentua la solitudine e l’individualismo, per finire ad un sistema informativo del quale la popolazione non riesce più a fidarsi, e questo è un dato di fatto che tutti abbiamo visto. I recenti programmi politici elettorali sono apparsi fragili, poco convincenti, incapaci di dare risposte concrete all’opinione pubblica, totalmente disorientata anche da programmi arroganti e mendaci.
Questi presupposti rendono elevato il pericolo di una deriva autoritaria, oggi ampiamente sottovalutato, e questo è un altro dato di fatto. Non sono chiari alla popolazione, ma neppure a buona parte degli intellettuali, i meccanismi attraverso i quali il potere economico è di fatto sottratto alla politica nazionale ma non è neppure consegnato a migliori Istituzioni politiche europee. Mentre è sempre più evidente che le principali decisioni rispondono direttamente agli interessi di fondi speculativi internazionali, i quali finiscono per influenzare in maniera ricattatoria le decisioni della politica e la comunicazione di massa, controllando in modo pervasivo la nostra economia e la scena politica, un altro dato di fatto. Tale sistema di potere si è storicamente affermato attraverso l’imposizione di una specifica visione del mondo che, pur senza dichiararsi tale, è profondamente ideologica
. Tale processo si è svolto principalmente attraverso una forte presenza di propaganda mirata nei mass-media, nella cinematografia, nelle università e più recentemente perfino nei libri di testo destinati alle scuole escludendone altri, sempre un dato di fatto sotto agli occhi di tutti. L’utilizzo scientifico delle conoscenze in campo psico sociologico e delle tecniche di manipolazione del consenso ci hanno accompagnato, lungo un percorso durato oltre un secolo, verso un vero e proprio pensiero unico, che ostacola oggi sia la comprensione della realtà, sia la diffusione di idee alternative. Il fenomeno è globale nel mondo, ma la posizione del nostro paese assume nel contesto generale un significato del tutto particolare. Paese ricchissimo, ma con scarso senso civico e mal rappresentato dalla classe politica dirigente, siamo preda ideale per quel mondo della finanza sovra nazionale che crea il denaro dal nulla ed ha bisogno di convertirlo in beni materiali. I nostri palazzi di pregio, i monumenti ed i beni culturali, le isole, le coste, le montagne, le grandi e piccole aziende che gestiscono i servizi pubblici essenziali. Una dopo l’altra, passano silenziosamente di mano. L’Europa della cooperazione assume ogni giorno l’identità della competizione.
Museo del Risorgimento Genova