Giovedì scorso il capo della Cia William J. Burns, si è presentato al Senato per dire di piantarla lì con l’ostruzionismo al pacchetto d’aiuti all’Ucraina, perché altrimenti a Natale i russi sarebbero stati a Kyiv. Anche se molti senatori non ci credono, sono convinti che i russi siano incapaci di sfondare il fronte e prendano botte continuamente, e ad altri non importi assolutamente niente dell’Europa orientale, l’intervento ha avuto il suo effetto. Un centinaio di repubblicani ha votato con i democratici e ora il decreto di 60 miliardi sarà approvato entro martedì dalla camera, senza problemi. Biden ha già fatto sapere che lo promulgherà immediatamente. Quello che si può notare fin da adesso è che l’Ucraina disporrà dei missili a lungo raggio, anche se non immediatamente, almeno per l’estate. Per cui se i russi hanno un qualche colpo in serbo devono spararlo ora, entro agosto. A settembre Zelensky avrà tutti gli aiuti di cui ha bisogno.
Un’altra questione, completamente diversa sarà di saperli utilizzare. La riottosità dimostrata dal Senato è che si accusano gli ucraini di aver dissipato molti aiuti, non solo con la corruzione dei suoi dirigenti, ma proprio per incapacità strategica. Se gli aiuti non prevedono aerei, e comunque non ha una marina l’Ucraina, ci si scordi una controffensiva. La linea statunitense, non è cambiata, tornare al tavolo negoziale, lasciare ai russi la Crimea, le regioni del Donbass conquistate. Se però Putin restasse in sella e Zelensky dovesse mollare, questo non va bene. Non si può concedere ai russi quello che volevano all’inizio della loro invasione, ovvero la testa del governo ucraino.
Se l’America torna al suo fianco Zelensky può tirare il fiato, perché in queste ultime settimane se l’è vista brutta. Pur considerando di aver mostrato una certa resilienza. Ha un grande sostenitore a Langley, la Cia, appunto che ha deciso di muoversi. L’intelligence è contraria a lasciare tanto margine ai russi, indipendentemente dalle loro capacità militari, per ragioni politiche. Cadesse l’Ucraina non si può ignorare l’ipotesi di una escalation e l’Europa appare loro drammaticamente impreparata. Per la verità la Cia è disperata dalla situazione in cui si presenta l’Europa che pare quasi non si renda conto di una situazione che la riguarda e che non è capace minimamente ad affrontare sul piano militare, oltre il limite dell’irresponsabilità. Si sperava che gli alleati si svegliassero, la Polonia, l’Estonia, hanno lanciato allarmi in continuazione, invece niente. Ai russi continueranno a pensarci loro, gli americani. Anche l’Inghilterra appare più defilata dopo lo sconquasso in medio oriente.
Brutte notizie comunque per Putin. Il suo sottopancia Peskov ha già iniziato a dare di matto. Aumenteranno i morti ucraini, ha detto. Fosse così non si preoccuperebbe, Aumenteranno invece i morti russi che sin dal primo anno avevano superato il livello di guardia
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