Il momento culminante della parata del 9 maggio a Mosca è stato quando nella gigantesca piazza Rossa è apparso un piccolo carro armato sollevando perplessità persino sui volti dei quei pochi capi di Stato venuti ancora a celebrare il Giorno della Vittoria. Subito su X l’analista militare Oliver Alexander, del sito olandese di difesa e intelligence open source Oryx, ha commentato che lo spettacolo era “davvero esilarante”. Non solo il famoso T-14 Armata è troppo costoso per essere utilizzato in Ucraina, ma non sopravvive nemmeno al logoramento di una sfilata. Come si sa un analista può anche essere portato a valutazioni suscettibili delle sue simpatie, vero è che le perdite russe di carri sono impressionanti. Almeno 2.001 quelli distrutti, 156 i danneggiati, 329 abbandonati e 514 catturati dall’inizio della guerra. contro i 547 carri armati persi dagli ucraini di cui però 68 danneggiati, 61 abbandonati e 132 catturati. Tutti numeri certificati dagli osservatori internazionali.
L’Institute for the Study of War, segue quotidianamente le immagini satellitari della guerra e sostiene che i veicoli militari russi in movimento insieme alle strutture di deposito di armi esaurite, indichino come Mosca sta sostenendo il suo sforzo bellico attingendo principalmente dai vecchi arsenali sovietici. Non si riesce proprio a vedere la decantata produzione di nuovi veicoli e tanto meno una di armi su larga scala. A coloro privi di elementi di confronto rilevanti, rimane la performance del 9 maggio. A parte i baracconi nucleari trasportati tristemente, vai a sapere se davvero funzionano, cori e marce, soldatesse in gonna, un solo desolato carro armato.
Quella dei carri è sempre stata una ferita aperta per i russi dal tempo della battaglia di Kursk. Stalin era convinto, di essere in grado di ricacciare l’esercito tedesco in uno scontro in campo aperto. 2600 carri russi distrutti contro trecento. Questo Putin non lo ricorda. Senza lo sbarco angloamericano in occidente, i tedeschi sarebbero rimasti serenamente a triturare i russi nonostante Stalingrado. Meinstain e von Kluge rimasti padroni del campo dovettero spostare le loro divisioni in Italia e nei Balcani.
Rispetto a quegli anni non è più la Russia ad essere stata invasa e Putin mostra sempre un qualche pudore a riguardo Continua a parlare di “operazione speciale”, Non gli è possibile ammettere che la Russia dichiari guerra non ad una qualche potenza mondiale, non ad uno Stato ostile, ma ad una sua antica protetta, con legami di lingua e di sangue consolidati da tre secoli e che ha dato letterari, militari, politici e persino un capo di Stato, all’intera federazione. Ci sono i nazisti in Ucraina, questa è la retorica putiniana, solo che per cacciare questi nazisti i russi colpiscono un intero popolo. Ad Odessa è appena morto uno dei deputati filo russi allontanati da Zelensky. La casa centrata da un missile.
Faremo tutto quanto in nostro potere per difendere la sovranità della Russia, che in verità nessuno minacciava fino a quando Putin non ha creduto di rimettere in riga Kyiv in una settimana. Passati due anni Kyiv ancora combatte, la Lituania e la Lettonia, vogliono mandare le truppe, la Finlandia e la Svezia da neutrali che erano sono entrate nella Nato, Georgia e Moldova vorrebbero seguirle e il fido Lukaschenko, Putin gli ha represso la rivolta interna, sembra sempre più un pesciolino in un acquario.
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