Le ultime battute di campagna elettorale sulla pace “fuori dai radar” danno l’esatta dimensione politica e morale di chi le abbia pronunciate. La pace è uscita dai radar quando i leader europei precipitatisi al Cremlino dopo l’invasione del febbraio scorso sono stati trattati come dei pària.
Putin si era preso la Crimea, subendo un contraccolpo di sanzioni pro forma e la tacita approvazione del mondo occidentale per quello che era comunque un misfatto. La Crimea, anche se non era più abitata dai russi dalla Rivoluzione, c’erano i bianchi di Denikin in Crimea nel 1917 e fuggirono o vennero fucilati tutti, era comunque Russia dai tempi di Pietro il Grande. Anche se era stata donata agli ucraini da Crusciov a mo’ di riparazione per la carestia e le stragi staliniane, che i russi se la riprendessero pure. È forse bastata la Crimea a placare la ambizioni di Putin? Ma se quello ti dice che vuole rivendicare l’impero russo, l’impero russo si spingeva sul mar Mediterraneo ed inglobava il Baltico, altro che la Crimea. Chi ci assicura che mai si garantissero a Putin le repubbliche separatiste del Don Bass, non riprenda domani la guerra lo stesso? Perché se quello ogni volta che occupa un territorio, dove nemmeno c’è più uno che si senta russo fra l’altro, – il referendum è una farsa, altrimenti non avrebbe avuto bisogno di bombardare intere città e deportare o torturare la popolazione – senza che nessuno lo contrasti, dove si ferma Putin? Sul Bosforo? È già arrivato in Libia Putin, ancora non l’ha capito l’onorevole Meloni che vuole fare accordi con la Libia per i migranti.
Si riteneva, geni politici come Chamberlain, che Hitler si sarebbe accontentato una volta presa la Cecoslovacchia. Un popolo insignificante quello davanti alle prospettive della pace. E Hitler occupò mezza Polonia, la Francia, il Belgio, l’Olanda, la Norvegia, la Serbia, la Grecia. Putin contava egualmente sull’arrendevolezza dell’Europa. Cosa mai può importarci delle badanti e degli elettricisti ucraini, lo spiegava la signora Dughina, non si possono nemmeno ritenere razza umana gli ucraini. E pure dopo duecento giorni, questi elettricisti, queste badanti hanno fatto fuggire i russi a gambe levate da dieci mila chilometri quadrati. Hitler piegò la Francia che era una potenza mondiale in 40 giorni.
Putin si trova una protesta interna da contrastare perché ha chiamato i riservisti che nemmeno aveva le riserve sufficienti all’invasione. Con quelli che protestano ci sono e di più, quelli che scappano dalla Russia. E come si fa a pensare di voler restare in Russia quando uno arriva a minacciare l’uso dell’atomica per difendere le rovine di Mariupol considerato sacro suolo patrio. Putin non è una minaccia per noi, la potenza militare russa è risibile in confronto alla Nato, lo è per il suo popolo che sta conducendo al disastro. Per questo bisogna fermarlo poi si farà la pace. Lo si ferma con le armi che da noi ipocritamente si contestano. Non sono infatti le armi italiane che fanno perdere la guerra a Putin sono quelle inglesi ed americane, le stesse che fermarono Hitler. Fosse stato per noi italiani, Hitler sarebbe il padrone dell’Europa e noi ad applaudirlo, figurarsi con Putin con cui tutti e diciamo tutti, si sono fatti i selfie.
Foto pubblicate sul profilo fb dell’Ambasciata russa in Italia