Poiché siamo ancora una Repubblica parlamentare e fino a quando lo saremo, il governo dovrebbe presentarsi in Parlamento per spiegare esattamente che cosa sia il protocollo con l’Albania per la dislocazione dei migranti, se non altro per informare Salvini e Tajani, che a leggere i giornali, sembrerebbero all’oscuro di tutto. Anche la Commissione Europea ha chiesto all’Italia di fornire nei dettagli cosa esattamente promette di fare, raccomandando il rispetto degli adempimenti del diritto comunitario ed internazionale, non proprio un segnale di grande fiducia nei confronti di questo governo. È invece stato eloquente il presidente albanese che ha parlato di ospitalità provvisoria, vale a dire che coloro privi dei requisiti sufficienti all’accoglienza, entro un certo periodo di tempo, leggiamo un mese, verrebbero rispediti a casa loro o a casa nostra. Non vorremmo che il governo, volendo evitare un super affollamento di migranti ne crei uno ancora più grave, nel momento in cui l’Albania facesse fare a coloro che ha ospitato il percorso inverso, tanto da finire investito da un ciclone proveniente da tutte le sponde del Mediterraneo. Per il resto gli strali dell’opposizione sono come spesso si vede, prematuri, evocando lo spettro di Guantanamo, puramente immaginifici. Non fosse che dipendono dalla mancanza di informazioni utili. Mai il governo avesse individuato delle strutture migliori per l’accoglienza dei migranti nel territorio albanese, lo dica, significherebbe rinunziare al progetto di edificare dei lager in Italia e magari snellire le procedure burocratiche. Se invece vuole farli costruire i lager agli albanesi al nostro posto con i nostri soldi, e davvero per solo un mese, corre il rischio che gli vengano a costare anche maggiormente, senza aver risolto nulla
Può darsi anche che il governo in questo modo un po’ abborracciato, da quello che sembra, voglia sensibilizzare l’Europa con una mossa comunque eclatante, coinvolgendo un Paese che intende entrare nell’Unione europea e che, come hanno detto da Tirana, si sente in debito con l’Italia proprio per gli aiuti dati ai tanti profughi giunti all’indomani dalla caduta del regime comunista. In verità, anche l’Italia ha un qualche debito nei confronti dell’Albania per l’occupazione fascista. Meglio ricordarlo se si vuole valutare completamente i legami fra questi due Stati. Decidere di cooperare sul versante migranti, può anche essere un’idea, solo che intanto deve essere spiegata e sarebbe stato opportuno e necessario che già le Camere fossero state sollecitate a riguardo dal governo.
C’è una importante commissione di inchiesta che la maggioranza vuole promuovere giustamente sul covid, in quanto ancora bisogna spiegare al paese esattamente come è stato possibile che si siano cancellati tutti i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione repubblicana per un interno anno, lasciando al solo presidente del Consiglio, e a quello che a tutti gli effetti appare un comitato ristretto e privo di controlli, le decisioni concernenti la salute pubblica. In verità nemmeno quando la Francia rivoluzionaria mise il Terrore all’ordine del giorno si vide qualcosa del genere. All’epoca il Comitato di Salute pubblica rispondeva di tutte le sue iniziative alla Convenzione nazionale e si era in una guerra vera, quando il presidente Conte rispondeva solo alla sua coscienza e questo purtroppo ha creato un precedente ed anche piuttosto recente. Nessuna riforma prevista o prevedibile della forma di governo consentirebbe ad un premier qualcosa di simile. A meno che il governo con la sua bozza di riforma costituzionale accarezzi proprio questa stessa deriva e prima ancora di vederla approvata, propina il passaggio dei migranti dall’Italia ai gulag albanesi senza preoccuparsi di come realizzarlo. Lo sussurra l’onorevole Meloni allo specchio la mattina. Tanto basta per il futuro premierato.
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