Sarebbe facilissimo aggiungerci al coro contrito del piagnisteo europeo dopo il discorso del vicepresidente Vance a Monaco. In questo caso non potremmo mai superare i toni del professor Galli Della Loggia che oggi ci spiega come l’America abbia voltato le spalle alla sua storia migliore, buttando a mare un passato glorioso. Un modo più che legittimo di vedere le cose. Galli della Loggia sono decenni che scrive editoriali sul Corriere della sera, ma non dagli anni ’70. Peccato non disporre del suo punto di vista su quando l’Europa buttò a mare Nixon venuto a chiedere di rafforzare l’alleanza atlantica. In quel momento Israele venne attaccata dall’Egitto e l’Europa non mise a disposizioni nemmeno le basi Nato per approvvigionare lo Stato ebraico. Allora cosa si sarebbe dovuto scrivere dell’Europa? Non parliamo nemmeno della guerra in Iraq, dove Germania e Francia si misero di traverso e Berlusconi che si spinse alla partecipazione, come forza di polizia, venne visto con disprezzo. In compenso ci si è entusiasmati per Obama che ha bombardato Gheddafi e lasciato occupare la Crimea a Putin. Perché mai Trump dovrebbe entusiasmarsi per quest’Europa?
Si sono tutti indignati che abbia telefonato a Putin e per carità. Solo che Putin è stato chiamato dal cancelliere Scholz due mesi fa. Quando non si sa che pesci prendere si spera che l’America risolva i problemi. Si è arrivati al punto di dire che l’America ha un atteggiamento imperiale, noi, i paesi che hanno inventato il nazionalismo ed il colonialismo, che avevamo gli imperi quando l’America aveva i selvaggi. Napoleone Bonaparte combatteva il principale nemico dell’America, l’impero inglese e per armare il suo esercito dovette svenderle la Luisiana, 20 milioni di chilometri quadrati che raddoppiarono il territorio statunitense, in cambio di 11 milioni di franchi più venti di debiti annullati. Totale, trecento milioni di euro al cambio corrente. Ecco com’era l’America del grande presidente Jefferson e pure Bonaparte mica si mise a frignare.
Una cosa non banale Vance l’ha detta. Un paese che ha paura del suo elettorato, non dispone di una democrazia solida. Questo è un problema che l’Europa si porta dietro dal tempo della Rivoluzione francese. La Convenzione non volle fare votare il popolo sul giudizio da dare sul re dopo la fuga e mise a morte coloro che lo proposero. In Italia ha vinto le elezioni l’onorevole Meloni, come le vinse a suo tempo Mussolini. In Germania potrebbe vincerle l’Afd, da notare che Hitler non vinse mai le elezioni, erano gli altri partiti a perderle. In ogni caso l’America ha dimostrato di saper discutere con qualsiasi governo europeo senza scomporsi più di tanto. Roosevelt parlava amabilmente con entrambi ii dittatori fascisti e partecipò persino alle olimpiadi di Berlino del 1936. Ciò non toglie che poi fece loro la guerra. Per cui è un po’ presto per escludere che domani l’America non faccia la guerra alla Russia. Forse l’Europa vorrebbe questa guerra americana? Davvero non si capisce. Non si capisce che se nel caso in cui Trump avesse detto di voler bombardare Putin, tutti sarebbero saltati su a dargli del guerrafondaio americano.
Questo editoriale lo ha scritto dal primo giorno, guardate che agli americani dell’Ucraina non importa niente, a stento sanno dove si trova e comunque hanno rapporti consolidati con i russi dal tempo di Yalta, per cui se la sbrigassero i russi l’Ucraina, questo è il punto di vista americano. Siamo noi paesi europei a 29 con i droni russi che esplodono sulla Moldavia e la Romania ad avere il problema ucraino e siamo noi europei che dobbiamo risolverlo in prima persona. Possiamo farlo come vogliamo. Ci sono tanti modi ed anche esempi da trarre nella storia. Nel 1919 quando l’Armata Rossa arrivò a Kyiv nonostante le promesse fatte all’Etmano, nessuno batté ciglio. E pensare che quando lo Zar Alessandro il secolo precedente mobilitò due armate contro la Polonia, l’Europa ne mise in campo una di 500 mila uomini ed arrivò fino a Mosca. Senza pretendere tanto, sono cambiati gli uomini, nel frattempo che ci si decida, si interrompa il piagnisteo.
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