Ci voleva davvero un monarca per spiegare ai presidenti di Senato e Camera i valori del Risorgimento, della storia repubblicana, dell’antifascismo e della Resistenza? È paradossale che in un momento così delicato per le democrazie dell’Occidente, a dover insegnare il rispetto per le istituzioni e la memoria storica sia stato proprio il rappresentante di una monarchia, come Re Carlo III, che, pur non essendo parte del sistema repubblicano, ha avuto la saggezza di ribadire il valore della Resistenza e dei sacrifici che hanno dato vita alla nostra Repubblica.
A farne le spese, invece, sono stati i presidenti di Senato e Camera, che con il loro analfabetismo democratico sembrano aver dimenticato il significato profondo della memoria storica e dei principi che fondano la nostra Repubblica.
Ma non solo loro. La stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è allineata su posizioni che rischiano di sminuire l’eredità di Mazzini e Garibaldi, i veri artefici della nostra identità repubblicana. Un po’ come Salvini, che spesso pare dimenticare la vera natura dell’Europa e della democrazia. La maggioranza che oggi guida il paese, pur richiamandosi alla memoria dei grandi padri del Risorgimento, li strumentalizza senza conoscerli davvero. E in questo scenario, Forza Italia dovrebbe chiedersi: vuole davvero incarnare i valori di una destra liberale ed europeista, come dovrebbe, o è più interessata a occupare un posto in un governo di una maggioranza che ha trasformato concetti come liberalismo ed europeismo in inutili esercizi semantici?
La maggioranza non può più nascondersi dietro un’inconsistente retorica patriottica. Se si vuole davvero fare il bene del paese, non basta evocare il Risorgimento confondendo i valori di patria che guidarono i padri fondatori col nazionalismo egoistico di un governo più incline alle adunate della Garbatella che alle aule di un parlamento repubblicano. Bisogna, piuttosto, fare i conti con la realtà e tornare a costruire un’Italia forte nel suo impegno per la democrazia, la libertà e l’Europa. Per farlo, occorre un governo che sappia navigare tra le sfide globali con lucidità, non confondendo il passato con il presente.
La lezione che oggi ci è arrivata dalla monarchia, che pure è estranea al nostro sistema di valori repubblicani, suona più forte che mai: un richiamo ai valori autentici di libertà, uguaglianza e fratellanza, che dovrebbero essere la base della nostra democrazia. Se la storia va studiata e compresa, e non ridotta a slogan, figuriamoci la cronaca: e di certo mai la politica.
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