Anche se la retorica nucleare nel discorso pubblico è stata introdotta da amici e collaboratori di Putin come Medvedev e non dagli americani, resta comunque significativo che il ministro degli esteri Lavrov abbia dichiarato che per la Russia la guerra nucleare non sia un’opzione. Sono le prime parole di verità che provengono da Lavrov il quale d’altra parte ha sempre mantenuto l’impostazione per cui “un’operazione speciale”, che si sarebbe dovuta risolvere rapidamente e con successo, non può certo diventare l’occasione di una guerra atomica. Con queste parole si è anche smascherato il bluff dell’annessione perché i territori annessi sono già sotto attacco, ma evidentemente Lavrov non lo considera come un attacco al suolo russo. In ogni caso nemmeno un battaglione di cosacchi in marcia su Mosca potrebbe scatenare la risposta nucleare che viene contemplata in proporzione alla minaccia subita. Per un battaglione di cosacchi piazzi una mitragliatrice.
Questo non significa che al Cremlino diano poi retta a Lavrov e che Putin nella crisi paranoide che lo ha travolto non vaneggi la guerra atomica. Nuovo capo dell’armata russa in Ucraina, Putin ha nominato il generale Surovkin, soprannominato “Armageddon”. Perché i russi hanno reso noto per la prima volta il comandante in capo delle forze in Ucraina? Appunto per far riecheggiare il soprannome di uno dei militari arrestato per crimini contro la popolazione civile, russa questa volta, durante il tentativo di colpo di Stato del 1991, e poi ripescato per usare la mano pesante in Cecenia, in Turkmenistan ed in Siria. Per il resto non potrà fare niente di meglio di quello che i suoi predecessori in Ucraina stanno facendo, fuggire.
Quanto alla possibilità di usare davvero il nucleare come arma la questione è molto semplice, gente come Surovkin, avesse mai potuto, lo usava eccome piuttosto che assistere alla caduta dell’Unione sovietica. Non essendo in grado di usarlo il nucleare, la Russia fu costretta alla perestrojka, alla glasnost. Il vecchio gruppo dirigente comunista aveva valutato che se dopo dieci anni non si riusciva a piegare una nazione di pastori come quella afghana, era inutile anche solo pensare di ingaggiare una guerra non convenzionale con l’Occidente. Non è che ci voglia un genio per capirlo, la guerra nucleare contro una potenza, superiore fra l’altro, è molto più rischiosa di una guerra condotta contro chi pascola le capre. I russi avevano perso quella guerra, come stanno perdendo questa attuale, non usarono il nucleare allora, non lo useranno domani. Sanno benissimo che sarebbero spazzati via.
Una volta ammessa la sconfitta in Afghanistan, il potere sovietico crollò su se stesso ed aperse all’Occidente, quando il potere russo non riconosce la sconfitta e continua ad accusare l’Occidente, Lavrov l’ha fatto ancora nel suo ultimo discorso, non si capisce bene di cosa. Se si vuole un mondo bipolare, la Cina ha dimostrato con i fatti di poter competere senza ricorrere alle armi, anche perché sfidare la potenza militare americana non è proprio ancora plausibile nemmeno per la Cina, un colosso vero rispetto al baraccone a cui è ridotto la Russia. È il vero punto della questione, quello per il quale il potere di Putin è sempre più in bilico. La Cina ha dimostrato che sul terreno del capitalismo si può battere l’Occidente, quando Putin, con tutte le armi di cui dispone, è stato ridicolizzato in Ucraina.
Mi sembra un’analisi un po’ leggera, quando il cinghiale è rintanato dai cani diventa feroce, ed allora che sbrana più cano che può——-stiamo attenti a non sottovalutare quello che in realtà non sappiamo……