Il vertice di Samarcanda è stato un altro boccone amaro per Putin, la Cina gli ha fatto marameo. Il vertice doveva contestare il mondo “unipolare” voluto dall’occidente? Benissimo, solo che ai cinesi interessa almeno che sia bipolare, ovvero che ci sia la Cina, la Russia non è necessariamente contemplata. Mosca vorrebbe riprendersi il Kazakistan? Stia attenta a non commettere passi falsi, il Kazakistan è un partner privilegiato della Cina e lo è anche l’Uzbekistan, mai ci fossero dei dubbi. È vero i cinesi non hanno ostacolato l’azione militare russa in Ucraina, anzi, l’hanno benevolmente lasciata compiersi. È chiaro ora che questo è stato possibile perché pensavano che tale “operazione speciale” sarebbe stata breve e soprattutto che si sarebbe rivelata un successo capace di dividere l’Europa dall’America, non di unirle contro la Russia. Insomma i cinesi si aspettavano una rapida vittoria di Putin non i rischi di un conflitto, che come ha detto appositamente l’amministrazione statunitense nelle stesse ore in cui si teneva vertice asiatico, possa prolungarsi ancora per mesi.
Dopo la controffensiva ucraina che ha riguadagnato seimila chilometri quadrati di territorio in pochi giorni, i cinesi devono essersi ricordati del vecchio motto di Mao, bastona il cane che annega. La Russia potrà vendere ai cinesi tutto il gas e il petrolio che vuole sotto costo, Pechino sarà felice di comprarlo, magari gli oligarchi sopravvissuti, nel mondo stanno morendo come mosche, meno, ma tutto qui. Accordi militari, sostegno tecnologico, uomini per la guerra russa? Xi, incassa la solidarietà non richiesta su Taiwan, e se la ride. Putin a Samarcanda trova solo due alleati militari, la Corea del Nord e l’Iran che conoscendo un po’ gli ayatollah già si mangiano le unghie in attesa di defilarsi. La futura guerra mondiale vantata da Medvedev? Non riguarderà la Cina, può starne sicuro.
Putin al ritorno da Samarcanda ha detto che non vede l’ora che finisca la guerra. In effetti basterebbe che si ritirasse dai territori su cui il suo esercito ha iniziato a trincerarsi. Poi Putin ha malinconicamente aggiunto che è Kyiv che non vuole trattare. Per una volta è vero. Davanti alle nuove fosse comuni scoperte a Izyum con le centinaia di cadaveri di civili torturati che ne escono, quale trattativa può volere fare Kyiv? Zelensky vuole riprendersi la Crimea e c’è da credere che con i seicento milioni di dollari appena stanziati degli Stati uniti non mollerà l’osso. E Putin da parte sua, come farà a spiegare ai russi di aver invaso l’Ucraina per assicurare l’indipendenza alle repubbliche separatiste e sconfiggere i nazisti e quelli si sono ripresi le repubbliche separatiste, il procuratore generale del Lugansk è già saltato per aria, letteralmente, e rivogliono la Crimea?
La guerra è sempre meglio evitarla, Dio sa se siamo d’accordo con il pontefice, perché poi ti mette di fronte ad un bivio fatale. Putin aveva chiesto ai generali ucraini a consegnargli la testa di Zelensky ed i generali ucraini gli hanno ridato indietro le teste dei suoi soldati. Aspetta Kadyrov che raduna i battaglioni di volontari per regione. Sembra quasi che Kadyrov irrida l’efficienza bellica del Cremlino. Va a finire che saranno i russi a consegnare Putin al processo internazionale per crimini contro l’umanità che l’attende.
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