L’Unica ragione per la quale si potrebbe comprendere la partecipazione alla manifestazione a Roma promossa da Michele Serra è quella di mobilitare tutte le forze contrarie a questo governo, per dargli un avviso di sfratto. Conte escluso, oramai il capo cinque stelle sembra Peskov, il portavoce del Cremlino. A tutti gli effetti piuttosto che rischiare di rivedere l’attuale maggioranza vincere le elezioni, meglio fare gli accordi con lo scicchettoso Fratoianni. Alla disperazione non c’è mai fine. Infatti l’idea della manifestazione così come lo stesso Serra l’ha spiegata in una trasmissione televisiva ieri sera, resta sbagliata. L’Europa, ha detto Serra, è sola fra Trump e Putin. Eppure Trump è ancora un alleato dell’Europa, se poi non ci piace è un’altra questione.
Il massimo del nostro atlantismo si esprime quando l’America compiace gli standard europei e a volte nemmeno in quel caso va bene. È accaduto con Obama, che essendosi ritirato da tutti i fronti di guerra, ha soddisfatto la pretesa della Francia di bombardare Gheddafi e non ha battuto ciglio davanti all’invasione della Crimea. Obama è stato contestato solo dal cancelliere Merkel per la politica monetaria. Ci sono però precedenti più rilevanti. Il piano per la pace di Roosevelt del 1933, quando solo il governo di Hitler se ne dichiarò entusiasta. Se Trump invece ci chiede di aumentare le spese militari per soddisfare gli impegni della Nato, diventa un nemico. Oggi c’è gente che va in piazza contro l’aumento delle spese militari votate a Bruxelles che vanno incontro alle richieste americane. Trump ha ricevendo Rutte e detto che la Nato ora è più forte. Ma Trump ha bullizzato Zelensky. Abbiamo letto editorialisti prestigiosi spiegarci che era come Hitler con Schuschnigg, non si capisce perché poi Schuschnigg che venne ricevuto al Berghof con tutti gli onori, semmai Hàscha, ma non ha importanza. Ha importanza che l’Ucraina è stata lasciata sola dall’America per otto mesi nel 2024 quando il Congresso congelò gli aiuti militari. Trump ha solo minacciato di farlo. Sono comunque questioni molto delicate, l’America sostenne gli afghani senza che il Congresso nemmeno se ne re accorgesse, attraverso dei sub emendamenti della commissione Difesa e non si può dire con certezza se il governo stesso ne fosse al corrente.
Se non si vuole fare la guerra alla Russia e l’Europa non vuole farla, non vuole mandare soldati, non vuole che i missili colpiscano il territorio russo, non vogliono nemmeno Schlein e Fratoianni, aumentare il budget di spesa militare, badate almeno a non perdervi il sostegno dell’America, allora si che saremmo soli dato la perenne difficoltà di costruire un esercito europeo. Senza un capo politico e quindi senza un capo militare, l’impresa è impossibile. Siamo sicuri che la piazza di oggi voglia un capo politico e uno militare in Europa? Fino a che non sarà fatto, la Nato è il capo militare è il capo militare della Nato è un comando anglo americano. La Nato esiste ancora e finché esiste la Nato, l’Europa non è sola. Come non è sola l’Ucraina, non grazie all’Europa, grazie all’America che la sta assistendo e cercando di assicurarle le necessarie garanzie di esistenza.
Era di sicuro meglio riconquistare il Donbass alla baionetta, ma non lo ha fatto Biden, perché dovrebbe farlo Trump? Trump ha vinto le elezioni per fare la pace con la Russia e cerca di trovare un punto di equilibrio e può darsi che non ci riesca. Il problema non è Trump, è la Russia che in questi giorni aggredisce il capo dello Stato italiano e sbeffeggia il governo e pure si va in piazza perché non ci piace Trump. C’è una differenza profonda fra Trump e Putin. Trump sta perdendo il consenso in America all’interno dello stesso partito repubblicano. C’è chi lo contesta perché appare troppo indulgente con Putin, chi per il Canada, chi per i dazi. Ci sono le elezioni di metà mandato a condizionare i presidenti americani. Gli europei che non votiamo in America vadano in piazza contro la Russia, dove chi contesta il Cremlino ancora finisce ammazzato.
Museo del Risorgimento mazziniano Genova