Le opposizioni che chiedevano a gran voce le dimissioni di un dipendente della Regione Lazio, questione etica cruciale per la stabilità nazionale, hanno apprezzato il governo per la tassa degli extraprofitti, un colpo di fucile sparato all’improvviso e a mercati aperti. Meglio tardi che mai hanno dichiarato i cinque stelle che si ritengono i padri spirituali di questa geniale idea, mentre il segretario della Cgil Landini sverrebbe dalla gioia se il governo attaccasse ogni extraprofitto quale che fosse, la Cgil non ne fa. Il compagno Fratoianni? Incita i suoi eroi Meloni, Salvini, Tajani a non fermarsi. Ci sono ancora gli espropri proletari. Schlein non ha commentato, evidentemente non sa che pensare di sciocchezze di questo genere. Le banche? che le importa, quelle interessavano a Fassino semmai che si è ridotto a sventolare il suo cedolino, poraccio. La mossa è stata anche uno schiaffo in pieno volto al ministro Giorgetti, il quale aveva appena finito di dire che non era all’ordine del giorno. Così si sono regolati i rapporti con il miglior sostenitore di Draghi nel nuovo governo. Persino un disadattato sociale avrebbe immediatamente previsto gli effetti di una simile trovata, non tutta questa gente. Di colpo sono crollate le azioni delle borse e si sono bruciati 10 miliardi di utili. Ma questo è ancora niente, perché si tratterà di valutare la credibilità di un simile governo e di una simile opposizione sugli investimenti, sui titoli di Stato. Hai voglia a spiegare che provvedimenti di questo impatto sono contemplati nei paesi europei dell’occidente, ma se proprio devono essere presi, per lo meno necessitano di una qualche preparazione psicologica verso i soggetti interessati. Giorgetti, poveretto le aveva sentite le banche e visto che gli avevano chiesto se al governo erano matti, le aveva rassicurate. Ed ecco come è andata a finire.
Il governo ha già l’acqua alla gola e quello che è peggio non sa come reperire i ristori per l’alluvione in Emilia Romagna, non sa quando avrà i fondi per il Pnrr, Fitto non ci capisce niente e molti lavori sono già iniziati. Poi Salvini si è messo in testa di realizzare un ponte che volevano fare i ministri di casa Savoia nel 1870, e deve riarmare l’esercito che se ci invade quello di San Marino ci arrendiamo. Infine aveva mostrato la sua sensibilità sociale offrendo una tessera per la spesa alle famiglie che ha il valore di due pasti alla settimana. Nemmeno tre giorni fa La Voce Repubblicana aveva scritto che il parere favorevole alla patrimoniale, era il sintomo di un prossimo cedimento alle opposizioni perché non c’è nessuna sostanziale differenza fra il duo Salvini Meloni e quello Schlein Conte, per lo meno nella cultura economica e di mercato. Mentre uno scontro sulle interpretazioni delle stragi del secolo scorso, è giusto buono per la lettura dei giornali in spiaggia ad agosto. Adesso che si sono colpiti i banchieri, i risparmiatori e spaventati gli investitori, si sono create le condizioni per svolgere felicemente il dialogo governo opposizioni sul salario minimo. Meloni farebbe bene ad invitare direttamente Conte, Schlein, Calenda ad assumere tutti insieme il ministero della Coesione sociale in modo da fargli attuare il loro meraviglioso piano di giustizia salariale. A qual punto resterebbe la patrimoniale, si può offrire un dicastero anche a Fratoianni, quello di Giorgetti tanto vale liberarlo, mentre per Landini ci sono gli Interni mai qualcuno volesse scendere in piazza a protestare, serve l’uomo forte, non Piantedosi, insomma. Quando non si ha un’idea di sviluppo che è una, non resta che raschiare il barile sino al fondo, e per riuscirvi tanto vale unire le forze.
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Potere ancora leggere commenti come questi è una vera boccata di ossigeno.
Un vecchio repubblicano pacciardiano.