Una agenzia Ansa del 6 marzo del 2017 annunciava che la Lega Nord e il partito di Vladimir Putin Russia Unita avevano appena siglato un accordo di cooperazione e collaborazione. Nella sede del Comitato esecutivo del partito di governo russo il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, aveva firmato l’atto con il vice segretario generale del Consiglio per le Relazioni internazionali di Russia Unita, Serghiei Zhelezniak. L’agenzia specificava, questo era il lato curioso della vicenda, che “i rappresentanti del Carroccio presenti sostengono che si tratti del primo accordo di un partito italiano con Russia Unita”. Questo significherebbe che altri partiti italiani avrebbero potuto seguire l’esempio leghista. Per quello che invece riguardava i contenuti del documento, ripreso poi interamente da un libro concernente i rapporti fra la Lega e la Russia uscito quello stesso anno, l’intesa avrebbe previsto che le parti si sarebbero consultate e scambiate informazioni sui temi di attualità, sulle relazioni internazionali, sulle esperienze nella sfera delle politiche per i giovani, dello sviluppo economico. Il documento annunciava anche “scambi regolari di delegazioni di partiti a vari livelli”, “seminari bilaterali e multilaterali, convegni e tavole rotonde sui temi più attuali delle reazioni russo-italiane”.
Un documento pressoché ignorato al momento della sua pubblicazione è arrivato al centro dell’attenzione il 22 febbraio scorso quando l’onorevole Letta ha rivangato l’intesa tra Putin e la Lega, Il senatore Salvini ha replicato semplicemente che i rapporti non avevano più avuto seguito alcuno e che lui aveva visto Putin solo più nel luglio del 2019 in occasione della visita di Stato di Putin a Roma ospite del governo Conte e del presidente della Repubblica Mattarella. In quella occasione, lo si apprende dalle informazioni rese sugli incontri ufficiali a Palazzo Chigi ed al Quirinale, l’Italia auspicava un mantenimento dei buoni rapporti con la Russia, con particolare attenzione alla minacce dell’integralismo islamico e dell’immigrazione e nonostante la crisi con l’Ucraina. Di li a breve queste belle intenzioni si concretizzarono con una presenza di cento militari russi e 4 medici sbarcati con tre trimotori a Pratica di Mare nel 2020. Verrebbe da dire che il documento di Salvini Russia Unita era diventato parte del programma di politica internazionale del governo Conte. Ciò non toglie che all’indomani dell’attacco all’Ucraina Lega e movimento 5 stelle condannarono l’invasione russa, e abbiano votato tutti i provvedimenti voluti dall’Unione europea e dal governo Draghi a sostegno dell’Ucraina. Che poi Conte e Salvini li abbiano discussi più o meno animatamente, è prerogativa della vita democratica e tecnicamente il governo non è caduto sulla politica internazionale, dove va detto Conte ha superato Salvini nelle proteste sull’invio di armi e Berlusconi lo ha superato nella celebrazione politica di Putin. Salvini ha preso invece una posizione più vicina a quella del pontefice, contraria alla guerra, al punto da recarsi in Polonia dove è stato accolto come meritava uno che aveva girato indossando la maglietta con il viso di Putin. In Polonia hanno gli striscioni negli stadi con il solo collo di Putin reciso da un laccio. Se dovessimo dire cosa pensiamo di tutta questa vicenda il documento non ci ha mai particolarmente preoccupato, ce ne fu uno molto più autorevole firmato dalla Russia sovietica con la Germania nazista che non ebbe particolare fortuna. Ci ha preoccupato molto di più la maglietta.
Così ci preoccupò moltissimo un manifesto di Fratelli d’Italia precedente al documento leghista in cui Putin veniva ritratto in divisa di ammiraglio con tanto di colbacco e inneggiato come l’uomo forte che sarebbe servito anche a noi. La cotta di Fratelli d’Italia per Putin deve essere durata a lungo tanto che il partito ha proceduto ad epurare tutti coloro che ancora ne sostenevano la politica. Fratelli d’Italia è stato poi molto più allineato all’Unione europea di quanto lo siano stati i suoi alleati di coalizione, tanto è vero che mai ha contestato le sanzioni. Questo è il punto che riguarda la politica del governo di domani, ovvero la volontà dell’Italia di tenere saldo il fronte europeista senza cedere alle prevaricazioni ed ai ricatti russi, vengano essi sulla guerra o sul gas. Volete togliere le sanzioni alla Russia? La Russia si ritiri dall’Ucraina. Altrimenti le sanzioni aumenteranno e i paesi dell’Europa cercheranno soluzioni alternative al rifornimento energetico fornito dalla Russia. L’Europa è in grado di farlo e la Russia può solo perdere una cospicua fetta di mercato non sostituibile. Tutti coloro che sono disposti a sostenere un tale programma saranno in sintonia con l’Unione europea e l’occidente ed indipendentemente da quello che abbiano fatto e pensato saranno indispensabili per la politica del governo italiano di domani, la stessa di quello di oggi.