Ora che la Cina e l’India hanno riconosciuto con un voto all’Onu una risoluzione in cui si condanna l’aggressione russa all’Ucraina, Putin può giusto contare sul sostegno della Corea del Nord e del Nicaragua. Mai mollasse la presa sulla Bielorussia di Lukaschenko, gli salterebbe pure quello. In quattro mesi di aggressioni feroci Putin ha perso trentamila uomini a Bakmuth, incenerendo un’altra cittadina politicamente insignificante, senza riuscire a sfondare le linee ucraine. Le perdite di Mosca in questa impresa priva di un qualsiasi senso strategico, sono state più di quanto l’Unione sovietica ne abbia subito in tutta la guerra in Afghanistan. Non fosse già un quadro devastante, i mercenari della Wagner e l’esercito regolare si sono sparati addosso e Putin ha fatto dimettere un altro generale da capo dell’armata, tanto oramai nessuno dura tre mesi. Le perdite ucraine a Bakmuth sono in proporzione di uno a sei, comunque troppe da sopportare tanto che è completamente inappropriato continuare a parlare di controffensiva. Il successo ucraino era scontato dal momento in cui l’Ucraina veniva supportata dalla Nato. Mai l’Unione sovietica fosse stata capace di sconfiggere la Nato, oggi ci sarebbe ancora l’Unione sovietica, non la Nato. E se la Nato non poteva venir sconfitta dall’Urss, figurarsi se poteva esserlo da Putin che possiede un terzo della potenza dell’Urss. Questa superiorità della Nato è solo difensiva. Sotto il profilo offensivo nessuno sarebbe in grado di fare una qualche valutazione appropriata. Anche se ha conseguito dei successi in Serbia, la Nato non è preposta a una funzione diversa dalla difesa. Nel caso si aprisse una nuova fase della guerra, a Zelensky servirebbero i marines americani, non la Nato.
Si capisce perfettamente come l’Ucraina vedendo messo in ginocchio il suo aggressore voglia riprendersi tutta la terra che le è stata sottratta dal 2014, in particolare la Crimea. In questo caso assisteremmo ad un’ulteriore dilatazione del conflitto, con la particolarità che i russi hanno sempre saputo difendersi meglio di quanto abbiano saputo attaccare. Per cui o l’Ucraina confida in un collasso immediato dell’esercito russo, cosa che pure non si può escludere, o deve iniziare a prendere in considerazione la sola controffensiva diplomatica. Il vero ostacolo all’iniziativa diplomatica è la permanenza di Putin al potere. L’Ucraina non può trattare la pace con Putin ed il suo governo, perché quel regime ha una sola idea di sviluppo della Russia legata allo sfruttamento economico e alla sottomissione politica dei territori confinanti, esattamente come l’aveva la stessa Unione sovietica. Senza una svolta politica in Russia non ci sarà una pace credibile ed è questa la controffensiva diplomatica che serve a Zelensky. Tutti gli Stati che si riconoscono nell’ultima risoluzione dell’Onu si convincano anche del giudizio del tribunale dell’Aja. Quando Putin sarà riconosciuto come il criminale qual è anche dalla Cina e dall’India, inizieremo necessariamente un processo di pace plausibile. In attesa di quel momento a Kyiv non perdano la testa.