Quanto è stata importante una impostazione protestante nella formazione della coscienza civile del Risorgimento e nella realizzazione di una identità europea? Ne parliamo con Alessandro Iovino, pentecostale italiano, storico e libero pensatore. Autore di testi come L’Apogeo di Stalin (Firenze Atheneum), con la prefazione di Giulio Andreotti, svolge un’intensa attività di divulgatore scientifico e saggista attraverso libri, saggi ed articoli.
Rappresentante del Museo della Bibbia di Washington in Europa si è anche occupato anche dell’impatto sociologico dei fenomeni religiosi essendo stato membro del gruppo “Religioni” dell’Associazione italiana di sociologia, un’affiliazione che raggruppa accademici e ricercatori della sociologia della religione in Italia.
-Che attività sta svolgendo il Museo della Bibbia di Washington e a cosa è finalizzata la sua azione in Europa?
«Il Museo della Bibbia di Washington, che ho l’onore di rappresentare qui in Europa, è il più grande polo museale al mondo dedicato al Libro dei libri. La Sacra Bibbia ha ispirato l’arte, la cultura e la società – ed ovviamente la spiritualità- dell’intera umanità. Valorizzare questo libro e promuoverne la conoscenza in una società sempre più secolarizzata rimane il focus e la mission di questa monumentale opera che può vantare una collezione sterminata ed un area digitale davvero riguardevoli. Il mio compito è di far conoscere l’esistenza di questo museo (nato nel 2017) anche in Europa attraverso iniziative ed eventi».
Lei è un autorevole esponente delle Assemblee di Dio in Italia, che hanno raggiunto un’intesa con lo stato italiano solo nel 1988. Cosa ne pensa della condizione dei protestanti nel nostro paese? E quanto è importante una azione laica nel rispetto delle diverse confessioni religiose?
«Meglio precisare: non ho nessun ruolo rappresentativo all’interno di questa denominazione. Ne faccio parte come credente e sono legato a questa organizzazione anche per motivi storici: il mio bis-nonno Salvatore Anatasio ne fu uno dei fondatori. Quindi ogni iniziativa che intraprendo è di carattere personale e legata alla mia attività di storico e scrittore.
I protestanti in generale sono ben tutelati perché le chiese riformate godono dell’Intesa con lo Stato ed hanno perfino una rubrica televisiva su RaiDue (Protestantesimo). Diversa la condizione di molte chiese Pentecostali (la fetta più consistente della galassia evangelica italiana) che non sono garantite dallo strumento delle Intese, ad eccezion fatta come diceva lei delle ADI e della chiesa apostolica italiana.
Penso che lo stato debba avere l’approccio laico verso ogni confessione religiosa e che in Italia sia ormai maturo il tempo per parlare di una vera e propria legge sulla libertà religiosa».
-Il grande storico Giorgio Spini, valdese, nel 1989 scrive “Protestanti e Risorgimento”. Che rapporto c’è, secondo lei, non solo tra protestanti e Risorgimento ma anche tra protestanti e quell’idea di una nuova Italia, moderna, cara a Mazzini?
«Guardi, Giorgio Spini è stato davvero un grande storico ed esponete del mondo evangelico italiano. Ricordo di averlo conosciuto molti anni fa a Napoli, poco prima della sua scomparsa. È stato un grande studioso ma anche attivista che si è speso la causa della libertà religiosa. Dobbiamo molto a Giorgio Spini e a suo figlio Valdo, mio caro amico.
Non devo certo essere io a dirlo: come ha ricordato Spini nei suoi testi ha ricordato questo legame ed il ruolo di tanti evangelici nel risorgimento italiano. Si è molto discusso tra gli storici dell’influenza protestante nel pensiero mazziniano. Credo che il suo soggiorno come esule in Svizzera abbia contribuito alla formazione del suo pensiero e che in ogni caso la sua opera incarni diversi principi molto cari ai protestanti. Mi hanno sempre anche affascinato anche le riflessioni di Mazzini sull’Europa».
-Mazzini nel 1849 da triumviro della Repubblica abolisce il tribunale del Sant’Uffizio (l’inquisizione) e libera gli ebrei romani dal Ghetto in cui erano rinchiusi dal 500. Che ne pensa del ruolo di Mazzini come fondatore di un’idea di Italia laica e popolare oltre i clericalismi e i totalitarismi?
«Fu un vero rivoluzionario. Ha davvero cambiato la storia ed ha avuto un ruolo decisivo per la formazione di una coscienza civile nella nostra nazione»
-Sia a livello spirituale che a livello culturale che ruolo ha avuto il protestantesimo e la cultura evangelica nella formazione dell’identità culturale europea e quanto andrebbe chiarito?
«In Europa i Protestanti sono stati decisivi sia per la rivoluzione industriale che per alcuni decisivi passaggi politici. L’elenco sarebbe lungo, ma vorrei porre enfasi su ciò che lei diceva in merito al contributo spirituale: i protestanti hanno dato grande slancio all’Europa proprio da questo punto di vista. Hanno predicato l’emancipazione sociale, il rispetto delle istituzioni e la laicità dello stato. Ed una certa e sempre più folta bibliografia negli ultimi decenni ha evidenziato come anche in Italia i Protestanti abbiano avuto un ruolo decisivo e più significativo di quel che si può pensare».
-Quali sono i riferimenti culturali di Alessandro Iovino e i testi che ne hanno formato il pensiero e la coscienza?
«La mia non è retorica, ma d’istinto affermo che la Bibbia è il testo che più ha influenzato la mia vita e la mia coscienza.
Negli anni della mia formazione accademica, ho particolarmente amato la lettura di Pensieri sulla democrazia in Europa” di Mazzini. Quel pensiero rivive ancora oggi: “Democrazia: il progresso di tutti per opera di tutti sotto la guida dei migliori e dei più saggi”».
Foto CCO