Il cordoglio unanime per la scomparsa improvvisa ed inaspettata del collega Andrea Purgatori è d’obbligo. Purgatori disponeva di un talento eccezionale che lo poneva molto al di sopra del giornalismo d’inchiesta. Nella sua attività recente, la conduzione della trasmissione Atlantide per LA7 mostrava anche una particolare capacità di elaborazione storica invidiabile che ne ha fatto un punto di riferimento intellettuale di primo piano, per lo meno nel mondo della televisione. Ciò non toglie che Purgatori stesse alla verità come Achille sta alla tartaruga. Quali sforzi Achille facesse mai l’avrebbe raggiunta ed è tutto da discutere se fosse poi la verità, piuttosto che la suggestione, il suo principale interesse. Questo gusto per l’allusione, il sospetto, il non detto che non è mai pienamente dimostrabile e che pure è un ingrediente inevitabile per una trasmissione di successo come la sua, lo si è potuto in particolare ammirare nella puntata dedicata al mostro di Firenze, ancora l’anno scorso. Se Purgatori avesse voluto dimostrare come la procura di Firenze in tanti anni di inchiesta non ci avesse capito niente prendendo un abbaglio dietro l’altro, avrebbe fatto un capolavoro. Se invece avesse voluto far riaprire l’inchiesta su piste ancora non completamente contemplate, ha fatto un clamoroso buco nell’acqua, perché non ci sono nuovi elementi disponibili per una revisione processuale. Un giornalista, un autore televisivo può inseguire la piste che preferisce. Un magistrato non può portare in tribunale delle registrazioni di telefonate anonime senza far ridere la corte.
Il partito repubblicano ha seguito principalmente Purgatori nei suoi anni al Corriere della Sera, quando scriveva su Ustica. Libero Gualtieri da presidente della Commissione Stragi lo riteneva il miglior giornalista sul mercato. Stelio De Carolis, sottosegretario alla Difesa, con delega all’aereonautica, fumo negli occhi. La segreteria nazionale fra questi due opposti si è sempre mostrata nel giudizio estremamente prudente, perché ammesso che ci fosse stata davvero una battaglia nei nostri cieli e che l’aereonautica occidentale lo negasse per timori legati alla guerra fredda, perché mai i russi avrebbero dovuto anche nasconderla? Perché i libici che ne erano coinvolti? I russi erano perfettamente in grado di monitorare la nostra situazione aerea dai loro radar. Nel complesso sia nella versione del missile partito da una portaerei inavvertitamente, sia in quella dello scontro fra jet, sarebbero state coinvolte centinaia di persone, non poche decine, soprattutto nel caso di una portaerei. Possibile che mai una sola a distanza di tanti anni abbia sentito il bisogno di sgravarsi la coscienza? E perché mai escludere che Purgatori ricevuta una telefonata anonima, non si fosse sbagliato a prenderla sul serio? Cossiga era convinto che fosse esplosa una bomba a bordo e non per un attentato, ma per disgrazia di un attentatore. Nemmeno Cossiga potrebbe dimostrare questa tesi, ma per lo meno questa dipenderebbe dalla testimonianza di una sola persona saltata inavvertitamente per aria.
Purgatori è stato un fenomeno del giornalismo capace di tenere con il fiato sospeso i suoi lettori prima ed i suoi ascoltatori poi, esattamente come vi riuscivano Balzac e Dostoevskij nei loro feuilleton a puntate. Sotto questo profilo era inimitabile, anche per lo stile che aveva perfezionato da grande professionista quale era, più un artista che un comune giornalista, più un romanziere che un cronista.
GDJ