Per quanto il cancelliere Scholz e la sua coalizione rosso giallo verde, abbia subito un disastro elettorale alle europee, la situazione politica tedesca non è particolarmente allarmante. La Afd è diventato il secondo partito di poco sopra il 15 per cento. La Cdu Csu, supera il trenta e ha persino migliorato la sua performance delle precedenti europee. Se non si sa come finirà l’attuale fase legislativa, l’Adf rimane comunque isolata in una situazione di minoranza, dal momento che nessuna forza politica in Germania è disposta ad aprirle la porta. Hitler divenne cancelliere, e non certo a seguito di elezioni europee, grazie alla sponda del Zentrum di Von Papen, contando il 30 per cento dei voti. Tutto questo per ora almeno, la Afd se lo sogna.
Completamente diversa la situazione in Francia, dove invece Macron si prepara necessariamente alle elezioni. Inutile far bollire un governo nato male e proseguito peggio. Qui non solo il Front National alle europee è diventato il primo partito quando quello del presidente si è liquefatto, ma i repubblicani, i vecchi gaullisti che odiano Macron, si sono pronunciati per un’intesa elettorale con Le Pen. Questo si che potrebbe avere un effetto dissolvente. Il Front national nonostante come si presenti, non c’entra niente con un partito che pure ebbe alleato quale il movimento sociale italiano di Almirante. Nato nel 1972 il Fronte non ha tratti nostalgici ed i suoi fondatori, Le Pen stesso, Durand, provengono dalla resistenza. A VIchy a collaborare con i tedeschi c’era Mitterand, non Le Pen. Poi le Pen ha raccattato tutti i possibili residuati reazionari in circolazione, se possibile persino i vandeani, non solo i collaborazionisti che comunque in genere finirono nel partito socialista. Il cuore dell’organizzazione politica del padre di Marine era l’Algeria. Il nucleo fondante del lepenismo è l’Oas, l’organizzazione segreta militare che voleva il ritorno coloniale e che nemmeno a dirlo, attentò alla vita dello stesso De Gaulle.
Anche per questa ragione fa un certo effetto che siano stati proprio i gaullisti ad aprire ad un loro nemico mortale, perché mentre in Italia il movimento sociale ebbe una profonda rimozione fin dal tempo dell’alleanza con Berlusconi, e Fratelli d’Italia rimane un partito nato in questo millennio, con una dirigenza che non ha nessuna esperienza diretta con la Repubblica sociale, il Front National è tutt’ora composto da irriducibili pieds noirs, il che significa che se i gaullisti superano il contrasto che li distingueva, le loro posizioni hanno trovato una sintesi comune, se non la riconquista coloniale, il rifiuto dei migranti. In Francia potrebbe saldarsi quello che De Gaulle era riuscito a tenere diviso e sconfitto, il razzismo. Il razzismo francese è ancora più pericoloso di quello europeo, dal momento che quel paese è da anni terra di immigrazione, ben oltre la stessa popolazione algerina. E questa è proprio l’arma di Macron per affrontare la sfida elettorale, la nuova Francia post coloniale. Sono troppi i cittadini di origine africana, o asiatica che vivono in Francia per subire l’avvento di un governo lepenista. Bisogna che si mobilitino tutti con i francesi eredi dei lumi e della Rivoluzione, che pure ebbe qualche problema ad abolire la schiavitù dei neri.