L’economia ha perso un grande maestro. Ci lascia a 77 anni, orfani delle sue idee e insegnamenti, Giuseppe Di Taranto; professore della LUISS Guido Carli di Roma. Ne conservo un ricordo grande nel cuore e nella mente, avendo avuto l’onore di riceverne gli insegnamenti negli anni universitari alla LUISS, durante il corso di Storia del pensiero economico. Questo articolo vuole esserne un epitaffio, una ricordanza ed un tributo.
Ci lascia orfani, abbiamo scritto, delle sue idee e dei suoi studi ma soprattutto del suo esempio di dotto accademico e di uomo animato dal più puro libero pensiero in campo economico. Giuseppe Di Taranto è stato innanzitutto un militante intellettuale, innamorato dell’economia e che ha sempre guardato i fenomeni finanziari con l’occhio elevato e privilegiato di chi non si accontenta della tesi della maggioranza ma di chi indaga le vie della conoscenza, anche le più nascoste, sempre alla ricerca della verità. Un maestro che mai prostituì la scienza economica a nessuna ideologia dominante e che non risparmiò, coraggiosamente, critiche ben fondate al rigore tedesco e all’Unione Europea, in particolar modo alla moneta unica.
«L’Europa, così come è disegnata, non può funzionare»; parole lapidarie che gli ho sentito pronunciare più volte, non solo per sua convinzione di accademico ma anche per sua intimo pensiero di cittadino italiano ed europeo. Nelle sue lezioni spesso ricordava che un progetto economico come l’Europa Unita meritava ben altre ispirazioni che freddi numeri che mai avrebbero potuto infiammare gli europei.
Per noi studenti è stato un riferimento umano oltreché accademico, spesso attento consigliere che dispensava la sua preziosa esperienza, anche di vita, a noi giovani; sempre maestro rigoroso che per amor di economia, conscio della necessità di avere in Italia una futura classe dirigente preparata alle sfide future, mai ha risparmiato alcuno sforzo perché noi sapessimo, perché noi capissimo e perché, un domani, noi facessimo. Grazie prof. Di Taranto, a nome di noi studenti, per averci insegnato che la conoscenza deve essere onorata con il libero pensiero e che con questa corazza nessuna battaglia ci deve spaventare, se combattuta per amor di verità.
Foto CC0