Le questioni relative al Pnrr non trovano in Italia un ambito politico istituzionale adeguato ed idoneo per una attenta, proficua, efficace riflessione sul working progress del progetto in questione che resta sempre più centrale, essenziale e vitale per il futuro e le speranze dell’Italia. Oggi l’opinione pubblica tutta non riesce a cogliere la portata, la direzione di marcia, l’operatività e soprattutto le immediate prospettive dei risultati che verranno e se verranno conseguiti. Pesa il clima di aleatorietà, di incertezza diffuso da una guida politica inadeguata. Qual è la struttura operativa del vasto e complesso progetto? Non se ne colgono gli input ed i fedback, tutto sembra galleggiare nelle comunicazioni rese dal ministro Fitto, in attesa di eventi che non si sa se e quando mai arriveranno. Non si vede nessuna conduzione strategica e non si vede perché non c’è nessuna strategia.
È oramai evidente che manca completamente nel governo la presa di coscienza del dato principale del problema, per cui il Pnrr si compone di due attività. Queste sono le riforme di struttura e gli investimenti operativi. Le sterili schermaglie nel contesto del sistema politico nazionale sono invece essenzialmente concentrate su aspetti marginali che esulano dal merito centrale del problema. A che punto è la questione che concerne le riforme di struttura? Senza dare una risposta a questa domanda, si lascia come un macigno insuperabile sulla strada della attività realizzativa nel paese. Infatti non ci sono risultati e parlare della tempistica, della messa in atto degli investimenti, senza aver risolto le farraginosità strutturali, è come parlare ed occuparsi del nulla.
Questo dovrebbe essere il terreno politico su cui bisognerebbe incalzare il governo ogni giorno, perché la verità è che appare smarrito e divaghi. Eppure il tempo a disposizione sta esaurendosi.
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