Mai fosse servita una controprova del voto amministrativo di fine maggio, ecco i risultati elettorali in Molise. Per quello che possono valere in termini generali, sono pur meglio dei sondaggi settimanali che rivelano aumenti marginali inferiori alle stesse possibilità di errore degli stessi. Se poi si cercava subito un riscontro dell’avvicinamento fra le due principali forze di opposizione consumatosi nella piazze in queste tre ultime settimane, il Molise era un test significativo. La manifestazione a Roma del 16 giugno scorso era stata scintillante, propria “della maggioranza del paese”. Bene, il Pd ed i cinque stelle in Molise hanno superato il trenta per cento, il centrodestra, il 60. Anche un orbo dovrebbe capire a questo punto che le due opposizioni, per avere una qualche possibilità di competizione, dovrebbero poter contare su un Terzo polo al trenta per cento, quando sommando separatamente Italia Viva e Calenda nelle proiezioni nazionali, non raggiungono più il 7 ed in Molise, come in molte altre realtà non presentano nemmeno le liste. Per cui anche se Pd e 5 Stelle fossero componibili e ci sarebbe da dubitarne visto la differenza di idee sull’Ucraina, una proposta politica fondata su salario minimo, reddito di cittadinanza, diritti lgbt, non riesce a convincere nemmeno il 40 per cento degli italiani. Ancor meno è servita la grande battaglia moralizzatrice sui debiti presunti del ministro Santanchè, magari ci si ricorda meglio di quelli reali del giornale l’Unità, quand’era organo del Pd.
Di fronte a questa inconsistenza delle opposizioni, non è che il governo vanti chissà quali formidabili risultati, tutt’altro. In otto mesi la maggioranza arranca sul Pnrr, è in ritardo su Mes, non ha fatto vedere i tagli promessi delle tasse e ancora più fatiscenti sono i progetti dei lavori pubblici, va a tentoni sulla politica migratoria, o peggio, per non parlare del fatto di non aver ancora elargito un solo euro agli alluvionati. Alla pochezza delle proposte dell’opposizione, la maggioranza risponde con una vastità di inadempimenti programmatici da far rabbrividire. Ciò non toglie che il suo elettorato conceda più tempo alla coalizione vincente, mentre l’elettorato che si è allontanato dal voto non ha nessuna intenzione di tornarvi per premiare lo spettacolo dei leader delle opposizioni fornito in queste settimane. Non si capisce poi come il Pd che perde un dirigente al giorno, possa aumentare nei sondaggi, infatti abbiamo visto i voti che ha raccolto in queste amministrative, in Molise il 12 per cento.
Si è rivelato del tutto inutile agitare le piazze e inveire spesso antistoricamente, oltre che anticostituzionalmente, contro un governo che ha avuto un consenso diretto da parte degli italiani il settembre scorso. Se si pensava di ribaltarlo inseguendo le proposte della Cgil, piuttosto che le battaglie delle coppie omogenitoriali, bisogna iniziare ad elaborare una diversa strategia. Serve una proposta alternativa incentrata su riforme di struttura e politica dei redditi due cose che il governo manco vede. Un’agenda progettuale da presentare all’opinione pubblica e disponibile al confronto con tutte le forze dell’opposizione. Il lavoro fatto con Cottarelli ne Il programma dell’Italia ed abbandonato sciaguratamente. Visto lo sbandamento e anche le manifeste incapacità subito dimostrate dal governo, questo davvero potrebbe inciampare rovinosamente. Escludete fin da adesso che gli italiani si affidino a chi invece di predisporre un lavoro di lunga lena, non è nemmeno in grado di mettersi ad un tavolo più del tempo necessario a bere una limonata.
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