Per la verità, se ricordiamo bene, il professor Crisanti consigliere della Regione Veneto ha avuto il merito di far chiudere al primo sintomo pandemico il comune di Vo, tremila abitanti, contenendo di gran lunga la diffusione del virus nella Regione. Il senatore Renzi quindi sbaglia quando dice che Crisanti non volle intervenire dal primo momento. Fu la Regione Lombardia consultatasi con il governo italiano su Alzano e Nembro a non voler chiudere. Ascoltato dalla procura il professor Conte avrebbe detto che era oramai troppo tardi per procedere all’isolamento di quei due comuni, investiti dal virus fin dal dicembre 2019. Il problema è che si aspettò a chiudere la Lombardia alla fine di febbraio, senza nemmeno preoccuparsi di evitare che i cittadini lombardi partissero in treno appena saputo dei provvedimenti restrittivi. Per cui gli allarmismi successivi di Crisanti, qui Renzi ricorda bene, erano dettati da quella che lui riteneva l’assoluta impreparazione del governo, tanto è vero che egli ha ancora detto che il comitato tecnico scientifico che avrebbe dovuto supportare il ministro Speranza nel secondo governo Conte, era completamente lottizzato. La cosa ovviamente assume un certo rilievo.
Perché se comprendiamo bene l’opinione di Crisanti, il paese è stato sorretto nelle sue decisioni e nelle sue misure, non da un qualche presupposto scientifico, ma da una inclinazione politica che privata di ogni confronto parlamentare si è esercitata attraverso la pratica di decretazione della presidenza del Consiglio dei ministri. Al di la dei rilievi costituzionali che pure dovrebbero esserci su come e chi in Repubblica possa affrontare uno Stato d’emergenza, un simile comportamento poteva rivelarsi efficace, piuttosto che catastrofico?
Di tutti gli esperti o sedicenti tali che si trovarono messi a confronto con la pandemia va dunque riconosciuto a Crisanti di essere stato l’unico davvero capace di ottenere risultati concreti e tempestivi.
La nostra unica perplessità su Crisanti deriva dal fatto che Vo è un paese del padovano di 3 mila persone con una densità di 108 abitanti a km quadro. A Roma la densità a km quadro è di duemila. Come si fa ad isolare una comunità nazionale che conta dieci milioni di disoccupati e dispone di periferie metropolitane affollate quanto Roma? Ricordiamo i mezzi pubblici pieni di gente, quando ancora non si prescrivevano le mascherine e pure c’era già la normativa del lockdown. Così come ricordiamo le scuole chiuse ed i centri commerciali ancora aperti con donne vecchi e bambini ammassati, anche allora senza mascherine. Ricordiamo insomma tutta la follia di disposizioni sommarie che portarono un governo irresponsabile alla crisi prima che mandasse la polizia nelle case. E su questo dovrebbe riflettere l’onorevole Letta che si compiace di non aver avuto al governo Salvini e Meloni. Visto che nessun paese Europeo ha adottato le misure del governo Conte Boccia, e ha avuto in proporzione più morti di quanti ne abbiamo avuto noi, quale maledizione è gravata sull’Italia per aggiungere ancora delle vittime ad un bilancio tanto spropositato? Il senatore Renzi ha allora ragione nel chiedere una commissione di inchiesta su quel periodo, come ha ragione nel ricordare che lui con il suo partito si è svincolato dal disperato governo Conte Arcuri Boccia, per sostenerne uno Draghi Figliolo. Purtroppo per lui, l’onorevole Letta ancora non ha compreso l’importanza di un simile passaggio. Speriamo che il professor Crisanti gliela possa spiegare.
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